Michela Murgia vince il premio Campiello con il suo “Accabadora”

Michela Murgia in una foto dell'Ansa

E cosi’, a scapito delle previsioni, a prevalere con 119 voti (su 288 pervenuti), nella 48/a edizione del Premio campiello assegnato a Venezia al Teatro La fenice è stata Michela Murgia e al suo ‘Accabadora’ (Einaudi), storia sarda di Zia Bonaria che nella vita fa la sarta, ma soprattutto ‘aiuta a morire’ i malati terminali, come una madre premurosa. Premio che subito dopo il verdetto ha detto di voler dedicare a Sakineh, la donna iraniana condannata a morte per adulterio.

Il favorito della vigilia, Antonio Pennacchi con il suo ‘Canale Mussolini’ (Mondadori) – saga epica e veneta della bonifica delle paludi Pontine – ha invece avuto 73 voti, 46 punti di distacco dalla prima. Se avesse vinto sarebbe stato il primo scrittore italiano a guadagnare Strega e Campiello allo stesso tempo.Ma la grande sconfitta sembra essere la Rcs Libri, guidata dall’ex direttore del Corriere della Sera Paolo Mieli, che dopo il premio Strega è stata sconfitta anche a Campiello.

In una manifestazione nel rinnovato teatro veneziano – con parterre d’eccezione e ripresa in diretta tv da Raiuno, presentata da Bruno Vespa, con a fianco l’attrice Andrea Osvart e gli intermezzi musicali di Simone Cristicchi, – Murgia è sempre stata in testa nei risultati parziali fino al primato finale. Al terzo posto con 62 voti si è classificato Gianrico Carofiglio con le ‘Perfezioni provvisorie’ (Sellerio), seguito da Gad Lerner, 21 voti, con ‘Scintille’ (Feltrinelli) e poi, ultima, Laura Pariani ferma a 13 voti. Nella gara tra il giallo, la memoria e la fantasia – per usare le parole di Bruno Vespa -ha quindi prevalso la fantasia di Michela Murgia e del suo racconto. Premiata dal presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, ha ammesso che “la gara con Pennacchi” l’ha aiutata a vincere. “La sua competitività – ha spiegato – ci ha aizzato tutti quanti”.

Murgia è la quarta donna negli ultimi anni a vincere il Campiello e Marcegaglia all’osservazione di Vespa ha replicato: “Viva le donne. E’ solo l’inizio”. Con grande aplomb Antonio Pennacchi ha riconosciuto che “i match vanno sempre onorati”, cosi come poco prima alla premiazione della sua antagonista allo Strega Silvia Avallone ‘che con il suo ‘Acciaio’ ha vinto il Campiello opera prima – ha detto: “E’ un libro forte e per niente giovanilista e lei una tipa tosta”.

Il terzo arrivato, lo scrittore-magistrato Gianrico Carofiglio (il suo libro racconta un’altra avventura dell’avvocato Guido Guerrieri alle prese con l’assassinio di una ragazza in una Bari lontana dal ritratto normale) incalzato da Vespa ha commentato il caso di Sarah Scazzi, la ragazza scomparsa da dieci giorni da Avetrana (Taranto), denunciando “la mancanza di novità del caso. Purtroppo è nelle statistiche della criminalita del nostro paese”.

Gad Lerner, – dopo aver scherzato con Vespa prendendolo in giro perche’ lui, come autore, non era al Campiello – ha dedicato il suo libro (storia dolorosa di un rapporto conflittuale con padre e madre, sullo sfondo di un ebraismo molteplice) alla sua famiglia: “A loro dovevo le spiegazioni sul mio passato e su quello dei miei parenti”.

Laura Pariani, con il suo ‘Milano è una selva oscura’ (Einaudi), ha rivendicato l’uso del dialetto: “Molti – ha detto – hanno visto un handicap perché io ho usato quello milanese nel mio romanzo, io lo considero invece una risorsa”. In chiusura Premio Fondazione a Carlo Fruttero, sconfitto al Campiello nel 2007: a lui, in collegamento Vespa ha reso omaggio come “scrittore che grazie alla freschezza e all’eleganza della scrittura e alla raffinata ironia delle opere è oggi un riferimento in ambito culturale per il nostro paese”. In sala, molte le presenze; oltre alla Marcegaglia, tra gli altri Gianni e Cesare De Michelis, il vicepresidente della Camera Antonio Leoni, Ennio Doris. La prima uscita di Michela Murgia, neo Campiello 2010 sara’ a Pordenonelegge.

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