Di questa drastica cura dimagrante potrebbe essere responsabile internet, che di dizionari on line ne ha a bizzeffe, anche se nessuno tanto prestigioso quanto l’Oxford.
Un portavoce della casa editrice ha dichiarato che sono talmente tanti quelli che preferiscono consultare la versione del dizionario online che non v’è certezza sulla possibilità che la prossima edizione del dizionario, nato 126 anni fa, venga stampata.
La versione digitale dell’Oxford registra 2 milioni di hits al mese da parte degli abbonati, che negli Stati Uniti pagano 295 dollari l’anno. Per contro, l’attuale versione su carta – 20 volumi, 600 chili, 1.165 dollari, pubblicata nel 1989 – non ha venduto che 30 mila edizioni in tutto.
La velocità e la facilità con cui internet cambia e aggiorna i siti di riferimento stanno rendendo obsolete le versioni cartacee. Le ricerche mostrano che Google e Wikipedia sono molto più popolari dell’Encyclopaedia Britannica, e dozzine di dizionari online offrono le rispose gratuitamente con un click del mouse.
Quando i lessicografi avranno finto di rivedere ed aggiornare la terza edizione dell’Oxford – una gigantesca impresa che durerà dieci anni o più” – gli editori dubitano che esisterà un mercato per la versione su carta.
”Attualmene stiamo registrando un aumento della domanda per il prodotto online – dicono gli editori – d’altra parte una versione stampata verrà certamente presa in considerazione se al momento della pubblicazione la domanda sarà sufficiente”.
Non la pensa così Nigel Portwood, ad dell’Oxford University Press, il quale ha dichiarato in una intervista al Sunday Times di non credere che la prossima edizione sarà stampata. ”Il dizionario stampato sta semplicemente scomparendo. E sta scomparendo al ritmo del 10 per cento l’anno”.