
ROMA – Nasce dalla tradizione popolare la maledizione della Mala Pasqua che Santuzza lanciò contro Turiddu, il suo amante che l’aveva tradita. È l’esplosione di un cuore di donna esacerbato ed è diventata letteratura con la novella di Giovanni Verga “Cavalleria rusticana”. Con quel titolo, Mala Pasqua, Stanislao Gastaldon ne trasse un dramma lirico in tre atti su libretto di Giovanni Domenico Bartocci-Fontana.
Più nota in tutto il mondo è la Mala Pasqua invocata da Santuzza su Turiddu nell’opera lirica Cavalleria rusticana che sulle note di Pietro Mascagni ancor oggi è cantata in tutti i teatri del globo. Il libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti riporta la maledizione:
Turiddu dice a Santuzza; “Dell’ira tua non mi curo”
Santuzza urla: “A te la mala Pasqua, spergiuro”.
Mala Pasqua! , informa Wikipedia,
debuttò il 9 aprile 1890 al Teatro Costanzi di Roma, sei settimane prima dell’opera di Pietro Mascagni Cavalleria rusticana, basata anch’essa sul dramma verghiano.
Dopo la sua prima a Roma, Mala Pasqua! andò ancora in scena a Perugia e a Lisbona per essere poi eclissata dal successo fenomenale dell’opera di Mascagni. Infatti, dopo l’esecuzione del 1891 a Lisbona, non è stata più riproposta fino al 2010, quando è stata presentata in forma semiscenica ad Agrigento.
La Mala pasqua emerge anche in un film di Totò, di recente distribuito col Sole 24 Ore, Totò le Moko, parodia del più celebre e celebrato Pepe le Moko con Jean Gabin. Anche Totò tradisce la donna innamorata e lei gli lancia la Mala Paqua. Ma il finale, in questo film di Carlo Ludovico Bragaglia, è comico.
