ROMA – Un vitalizio per il poeta Pierluigi Cappello: è l’appello rivolto dalla Regione Friulio Venezia Giulia, che chiede che Cappello, vincitore del premio Bagutta (nel 2006) e del Viareggio Repaci (nel 2010), possa usufruire della Legge Bacchelli.
Friulano, 44 anni, Cappello è indigente e costretto su una sedia a rotelle da quando, nel 1983, ebbe un incidente in moto con un amico. Per sopravvivere, paralizzato, ha bisogno di assistenza 24 ore su 24.
Fino a dicembre Cappello ha vissuto in un prefabbricato del terremoto a Tricesimo, in provincia di Udine, una baracca, scrive Repubblica, infestata dai topi.
Oggi il poeta vive con la madre in un piccolo appartamento senza neppure il collegamento ad Internet, nell’isolamento. Non ha alcun reddito, solo una pensione di invalidità.
Per questo la Regione Friuli Venezia Giulia ha deciso di chiedere la concessione del vitalizio previsto dalla Legge Bacchelli per Cappello. L’appello è stato sottoscritto anche dall’Accademia della Crusca e dalle Università di Siena, Firenze, Udine, Roma Tre, oltre che da migliaia di privati cittadini e intellettuali.
Il vitalizio previsto dalla Legge Bacchelli viene concesso dopo un iter burocratico che coinvolge il presidente del Consiglio dei ministri e lo stesso presidente della Repubblica.
In passato ne hanno beneficiato gli scrittori Anna Maria Ortese e Gavino Ledda, la poetessa Alda Merini, i cantanti Umberto Bindi, Ernesto Bonino e Joe Sentieri, le attrici Alida Valli e Tina Lattanzi, il pugile Duilio Loi, l’attore Salvo Randone, la prima annunciatrice della Rai, Fulvia Colombo, l’eroe di guerra Giorgio Perlasca e il poeta Federico Tavan.