Premio Campiello, sabato il vincitore. Pennacchi super-favorito

Antonio Pennacchi

Forse alla fine non sarà lui il vincitore, ma Antonio Pennacchi la sua personale soddisfazione già l’ha avuta: quella – novità assoluta – di avere ottenuto l’unanimità di 11 voti su 11 giurati per il suo ‘Canale Mussolini’ (Mondadori) che guida la cinquina finalista del Campiello che sarà sabato prossimo a Venezia.

Una giornata che vedra’ anche la premiazione di ‘Acciaio’ (Rizzoli) di Silvia Avallone designata migliore Opera prima e finalista allo scorso Strega, perso per soli quattro voti proprio a favore di Pennacchi.

Insomma, per gli oltre 1000 ospiti (vip e autorità comprese) attesi nello sfavillio del Teatro La Fenice dove sabato sera la kermesse letteraria avrà il suo apice con l’assegnazione dei premi, si riproporrà, anche se con modalità differenti, il raffronto tra i due libri ritenuti da lettori e critici i migliori di questa stagione.

Non che gli altri protagonisti della cinquina finalista in lizza per l’ambita ”vera da pozzo” del Campiello – organizzato e promosso da Confindustria Veneto – siano da meno: a partire da ‘Scintille’ (Feltrinelli) di Gad Lerner che di voti ne ha avuti 8 su 11, per proseguire con ‘Milano è una selva oscura’ (Einaudi) di Laura Pariani e ‘Le perfezioni provvisorie’ (Sellerio) di Gianrico Carofiglio, entrambi a 7 voti su 11, per finire con ‘Accabadora’ (Einaudi) di Michela Murgia che di voti ne ha avuti 6.

Toccherà al presidente della Giuria dei Letterati, il regista Giuseppe Tornatore – che, come uomo di cinema, a Venezia è di casa e che appunto presenterà alla Mostra il documentario sul produttore Goffredo Lombardo – annunciare, in base al voto dei 300 lettori, il vincitore di questa quarantottesima edizione di un premio che viene al termine di ”un’annata entusiasmante, di grande energia creativa”, per ricordare le parole pronunciate dallo stesso Tornatore lo scorso maggio quando fu proclamata la cinquina.

”Ha vinto la fiducia nella scrittura come strumento di recupero e riconquista del nostro passato in funzione di una più profonda consapevolezza del presente e soprattutto del futuro”, sottolineò allora Tornatore sbilanciandosi anche un po’ per il libro di Pennacchi. ”Se lo merita – disse – è un’opera importantissima: un grande romanzo epico…”.

Nel complesso la cinquina finalista offre uno spettro di scrittura ambizioso e al tempo stesso variegato: si va dall’epica della bonifica della palude pontina ripercorsa nelle gesta della famiglia dei Peruzzi raccontata da Pennacchi, alle familiari, ebraiche, anime ‘vagabonde’ nell’esilio di Gad Lerner, alla Bari oscura vissuta da un avvocato stupito del suo mutare di Gianrico Carofiglio, al libraio antiquario che diventa barbone a Milano di Laura Pariani, alla Sardegna fascinosa anni ’50 dove un’anziana donna trasmette ad una più giovane il ‘sapere’ di chi accompagna alla morte di Michela Murgia.

Un caleidoscopio narrativo che ha fatto dire ad uno dei giurati, il linguista Salvatore Nigro: ”Il rischio è che da una letteratura distante dalla realtà si arrivi ora ad un neorealismo”.

In attesa del verdetto finale, sul palco della Fenice si alterneranno sabato prossimo momenti istituzionali e di spettacolo: accanto a Bruno Vespa, l’attrice Andrea Osvart e il cantautore Simone Cristicchi.

Oltre all’assegnazione del premio alla Avallone e a Pietro Grossi, vincitore del Campiello Europa – celebrato lo scorso maggio in Inghilterra – e al vincitore del Concorso Campiello Giovani, italiano ed estero, ci sarà anche quello a Carlo Fruttero, insignito dalla Fondazione Il Campiello (guidata dall’imprenditore Andrea Tomat e il Comitato di Gestione, presieduto da Alessandra Pivato): un nuovo riconoscimento per ”un’insigne personalità della cultura letteraria italiana contemporanea”.

Come anticipo della serata clou di sabato, domani all’Excelsior di Venezia ai cinque autori finalisti sarà consegnato dai Giurati il Premio Selezione, e sarà proclamato il vincitore del Campiello Giovani.

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Maria Elena Perrero