ROMA – Il Sionismo visto da Benito Mussolini e attraverso vicende personali e familiari. Livio Spinelli, scrittore e professore, racconta il delicato ruolo del sionismo nella politica interna ed estera del fascismo. Il libro, dal titolo “Il Sionismo in Italia e nella politica estera fascista”, sarà presentato il 1° marzo a Santa Marinella, a Roma, durante il convegno in occasione del 75° anniversario dell’elezione di Papa Pio XII.
Documenti inediti, testimonianze e ricerche durate il corso di una vita. Questo il materiale raccolto da Spinelli, che ci offre una immagine di Mussolini totalmente nuova e, soprattutto, vicino alla causa ebraica, tanto che il Duce nel corso di un colloquio con Nahoum Goldman si espresse in questi termini: “Voi dovete creare uno Stato Ebraico. Io sono Sionista, Io. L’ho già detto al dottor Weizmann. Voi dovete avere un vero Stato ‘un véritable État’ e non il ridicolo Focolare Nazionale che vi hanno offerto gli inglesi. Io vi aiuterò a creare uno Stato Ebraico”.
Dal libro emergono chiaramente i buoni rapporti tra la massoneria, gli ebrei italiani e Mussolini, a cui era stato assicurato il sostegno, tanto che fu proprio Cesare Goldman,finanziere ed uomo politico ebreo, Maestro Venerabile della Loggia torinese Pietro Micca, il 23 marzo 1919 a mettere a disposizione la sala del Circolo degli interessi industriali perché Mussolini potesse fondare i “Fasci di Combattimento”.
Il libro ripercorre la storia e Spinelli, citando archivi tedeschi e inglesi, mostra come i sionisti dopo l’ascesa al potere di Adolf Hitler firmarono un vero e proprio accordo economico, attivo fino l 1944, che consentiva agli ebrei tedeschi di espatriare dalla Germania convertendo i propri beni posseduti e ottenendone il controvalore, una volta giunti in Palestina. Un patto a cui l’Inghilterra si oppose, fino a riuscire a bloccare l’immigrazione degli ebrei tedeschi in Palestina.
Livio Spinelli poi ricostruisce il famoso pranzo del 1938 al Castello di Santa Marinella al quale parteciparono il Re d’Italia, Mussolini, Hitler, prima prova di quel patto sciagurato del 1939; il ritrovamento sui Monti della Tolfa dei discendenti dell’Imperatore Barbarossa e le superarmi: il raggio della morte di Guglielmo Marconi, la fuga negli Stati Uniti di Enrico Fermi coi segreti della fissione nucleare.
L’Epilogo riporta un articolo datato Parigi 1842 dell’intellettuale ebreo tedesco Heinrich Heine, al quale suo Zio Salomon, noto banchiere di Amburgo, secondo un perfetto quadro economico illustrò l’ineluttabilità di una prima e seconda guerra mondiale, seguite da ulteriori sconvolgimenti economici, al termine dei quali in Europa ci sarebbe stato un solo un solo pastore con una mazza di ferro e un gregge di uomini dall’egual tosatura e dall’eguale belato e dove “il gran serpente” avrebbe schiacciata la testa e “l’orso del nord” (la Russia) si troverebbe senza pelle.