TORINO – L’edizione 2014 del Salone Internazionale del Libro di Torino si apre con una polemica: quella che divide i responsabili del Salone e il giornalista e scrittore Luigi Bisignani, autore de ‘Il Direttore’, un romanzo thriller che racconta di affari tra cardinali e banchieri. Il libro avrebbe dovuto essere presentato, insieme ad altri, nell’ambito di un incontro ‘ad hoc’ organizzato nell’ambito del Salone, ma in un secondo tempo ‘Il Direttore’ è scomparso dal programma di presentazione, per fare posto a un altro titolo della stessa casa editrice, Chiarelettere. Per la casa editrice Chiarelettere si è trattato di una scelta “inopportuna e contraria al libero dibattito delle idee e delle opinioni”. E per protesta Vittorio Feltri non andrà al Salone.
“Evidentemente – ha sostenuto il direttore editoriale della casa editrice, Lorenzo Fazio – i contenuti del thriller di Bisignani non sono ben visti nell’anno in cui il Vaticano è ospite d’onore della rassegna”. Una interpretazione bollata come “autentica farneticazione” dal presidente della Fondazione per il libro, Rolando Picchioni, e respinta in modo esplicito dal direttore artistico del Salone, Ernesto Ferrero.
“Non esiste alcun nesso tra la presenza del Vaticano e l’esclusione del volume – ha ricordato – Nel programma della buchmesse sono presenti cinque volumi della casa editrice. Il volume di Bisignani è stato escluso in pieno accordo con Chiarelettere, per inserire un titolo della stessa casa editrice dedicato a un tema giudicato più in linea con quello di questa edizione del Salone, il Bene”.
L’esclusione del libro è comunque diventata un caso. Sul quale si sono schierati a sostegno di Bisignani anche Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, autori del libro ‘Buoni e Cattivi’. In segno di solidarietà con Bisignani, i due hanno reso noto che non parteciperanno al Salone.
Analogo il commento della europarlamentare di Forza Italia Lara Comi: “Non si comprende il perché la presentazione del libro di Bisignani sia stata osteggiata a tal punto da scomparire dal programma del Salone del libro di Torino. Mi auguro che le pressioni di cui si è parlato siano prive di fondamento, altrimenti sarebbero un gravissimo precedente”. Netta la replica di Ferrero: “Rispondendo a queste insinuazioni si fa il gioco di chi le ha messe in circolo. Ma non basta aver scritto un libro per accampare il diritto di essere invitato al Lingotto. Posso capire che nel Paese delle dietrologie e dei complotti sia più facile, a fini promozionali, inventarsi le pressioni dei cosiddetti poteri forti, che peraltro sarebbero risultate del tutto sproporzionate per un evento fra i tanti nel pomeriggio di un giorno feriale. Ci è sembrato più consono inserire in programma un altro libro dello stesso editore, un saggio di Marina Sozzi in linea con il tema conduttore dell’ edizione 2014, il Bene”.