WikiLeaks, in un libro la vendetta dell’ex portavoce: “Assange è un paranoico”

Julian Assange

BERLINO – Cinque mesi dopo le sue dimissioni da WikiLeaks, Daniel Domscheit-Berg, ex portavoce del sito fondato da Julian Assange, regola i conti in pubblico con il suo vecchio capo. E lo fa senza esclusione di colpi, con un libro che espone tutti i lati ‘oscuri’ del controverso hacker australiano: dalla sua presunta incapacità di garantire la riservatezza delle fonti, alla sua presunta ossessione di riprodursi.

Domscheit-Berg ha presentato oggi a Berlino ‘Inside WikiLeaks – La mia esperienza al fianco di Julian Assange nel sito più pericoloso del mondo’. Nel libro, che in Germania uscirà l’11 febbraio, il programmatore trentaduenne non solo spiega i meccanismi del sito e ne racconta il rapido successo, ma traccia anche il profilo del fondatore, che definisce ”paranoico” e allo stesso tempo ”brillante”, ”monomaniaco” ed ”energico”.

La presentazione del libro, in un palazzo del diciottesimo secolo nella zona di Mitte della capitale, è stata accompagnata da dure accuse contro Assange, il quale – secondo la stampa tedesca – ha già annunciato azioni legali contro l’ex portavoce. Quest’ultimo, nel frattempo, sta lavorando a un sito concorrente.

Domscheit-Berg ha ammesso di avere sottratto a Wikileaks una parte centrale della piattaforma software del sito, oltre a circa 3.500 documenti riservati ancora non pubblicati. Secondo l’ex portavoce, questo era necessario perché Assange non era più in grado di proteggere il materiale o le sue stesse fonti. Da parte sua, il fondatore di WikiLeaks ha accusato l’ex collaboratore di sabotaggio. Questo ”sabotaggio” ha richiesto un profondo rinnovamento della nostra tecnologia per la presentazione dei documenti, ha spiegato oggi il sito in una nota.

Ma nel suo libro Domscheit-Berg respinge le accuse e scrive che i ”bambini non dovrebbero giocare con le pistole”. E poi spiega: ”Abbiamo deciso di togliergli i giocattoli pericolosi in modo che Assange non danneggiasse nessun altro. Noi siamo legati soprattutto al nostro dovere nei confronti della sicurezza delle nostre fonti”.

I primi malumori con Assange, scrive Domscheit-Berg, sono cominciati con i primi successi, quando i due non riuscivano a mettersi d’accordo sul tipo di informazioni da pubblicare, sulla frequenza delle pubblicazioni, sulla trasparenza e perfino sulle questioni finanziarie.

Alla fine dell’anno scorso, come è noto, Assange ha sospeso Domscheit-Berg a causa della sua ”slealtà” e poco tempo dopo questi e altri dipendenti del sito hanno lasciato sbattendo la porta. Oggi Assange, 39 anni, lotta contro una richiesta di estradizione in Svezia per presunti reati sessuali. E Domscheit-Berg non perde l’occasione di parlare della visione delle donne che avrebbe il suo ex capo. A partire da una discussione che i due hanno avuto sulla teoria dell’evoluzione: secondo l’ex portavoce, Assange sarebbe convinto che i suoi geni meritino di essere riprodotti e – sempre stando a Domscheit-Berg – una volta il fondatore di Wikileaks si è vantato di tutti i figli che avrebbe avuto dalle sue relazioni. Il libro dell’ex braccio destro di Assange sarà pubblicato in Italia per Marsilio il 16 febbraio.

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Maria Elena Perrero