LONDRA – Una dieta ricca di zuccheri può davvero aumentare il rischio di cancro? Un esperto di dieta e nutrizione, Gary Taubes, sostiene che anche una piccola quantità di zucchero può innescare dei problemi di salute, come il diabete e patologie cardiache. Sul Daily Mail, Taubes, autore di “The Case Against Sugar” (Processo allo zucchero), ha pubblicato un articolo tratto dal suo libro, in cui descrive i danni conseguenti a un eccesso di zucchero nella dieta.
Negli ultimi 30 anni, il tasso di obesità è raddoppiato e l’aumento del diabete è altrettanto inarrestabile. Il problema, tuttavia, non si limita a queste patologie: chi soffre di obesità e diabete, tende ad avere la pressione alta ed è a rischio maggiore di malattie cardiache, cancro, ictus e morbo di Alzheimer.
Qualcosa, evidentemente, è cambiato e in peggio nella dieta alimentare, lo stile di vita, l’ambiente ma cosa? La spiegazione ufficiale è che le persone assumono più calorie di quante, in realtà, ne brucino e lo squilibrio conduce all’obesità che può a sua volta, far sviluppare il diabete.
Un nutrizionista della Harvard University ha affermato:”Il problema degli americani è che mangiano troppo”, puntando il dito sui grassi. La causa più probabile di molte malattie, invece, è lo zucchero. Non perché si mangi troppo, ma perché lo zucchero può innescare disturbi come il diabete, problemi cardiaci e cancro. Dopo aver ignorato o minimizzato il ruolo degli zuccheri e dei dolci per un quarto di secolo, molte autorità sanitarie avvertono ormai della minaccia e sostengono che lo zucchero è una delle principali cause di obesità e diabete: dovrebbe essere pesantemente tassato o regolamentato al fine di ridurne il consumo.
E questo, non perché provochi direttamente la malattia ma invece rappresenta semplicemente delle “calorie inutili” che mangiamo in eccesso, solo perché gustose. E così, fatalmente, a furia di calorie non necessarie, si mettono su chili, si ingrassa. L’argomento calorie inutili è conveniente in modo particolare all’industria alimentare, che ovviamente non gradisce si consideri un componente fondamentale dei suoi prodotti, come tossico.
Ma alcune associazioni, tra cui l’American Diabetes Association e l’American Heart Association, dopo aver trascorso gli ultimi 50 anni a dare tutta la responsabilità ai grassi alimentari escludendo lo zucchero, hanno scoperto l’importanza delle calorie inutili.
Come facciamo a sapere, dunque, che è lo zucchero è il primo sospettato per l’insorgenza delle malattie? Un indizio è che l’incidenza del diabete e dell’obesità è aumentata di pari passo con l’aumento del consumo di zucchero. Non solo nei paesi occidentali, ma anche in quelli in cui lo zucchero non ha mai fatto parte della dieta consueta.
Ad esempio, negli anni Ottanta, solo l’1% della popolazione cinese era diabetica: ora che è diffuso lo stile alimentare occidentale, il tasso è dell’11%. Tra gli Inuit in Groenlandia e in Canada il risultato è simile; il diabete negli anni Sessanta era praticamente sconosciuto, ora ne soffre il 9% della popolazione. La diffusione, come in tutto il resto del mondo, è dovuta all’adozione dello stile alimentare occidentale, ossia una dieta ricca di zuccheri.
Perché dovrebbe essere una delle principali cause di obesità e diabete? La risposta è in una ricerca che risale agli anni Sessanta, sempre ignorata da dietologi e autorità del settore, che collega lo zucchero con la sindrome metabolica, un insieme di problemi che includono l’aumento di peso del giro vita e un’infiammazione cronica.
Lo zucchero, insieme ad altri carboidrati raffinati, fa aumentare troppo velocemente la glicemia, che fa aumentare a sua volta di molto l’insulina. La presenza quotidiana dello zucchero è costituita da due carboidrati, glucosio e fruttosio, ed è quest’ultimo che rende lo zucchero particolarmente dannoso. A differenza di altri carboidrati, il fruttosio è trattato prevalentemente nel fegato, dove viene trasformato in grasso, sembra innescare una sequenza di eventi e alla fine, le cellule dell’organismo diventano resistenti all’insulina, non rispondono in modo adeguato all’ormone.
L’insulinoresistenza è dannosa e provoca vari problemi: la sindrome metabolica, aumento del giro vita, della pressione sanguigna, trigliceridi nel sangue. Il diabete di tipo 2 è il risultato di insulino-resistenza, come lo sono, in una certa misura, le malattie collegate al diabete e l’obesità come ad esempio le patologie cardiache, l’ipertensione e l’Alzheimer. Tra la più grave delle implicazioni dell’attuale ipotesi, è che lo zucchero può causare o esarcebare il cancro. Proprio come il diabete, prima della diffusione della dieta alimentare occidentale, era raro, i ricercatori hanno notato che lo stesso vale per il cancro.
Negli anni Sessanta, le autorità sanitarie hanno ritenuto che molti tumori potevano essere potenzialmente prevenuti con il cambiamento di dieta. Circa dieci anni fa, gli scienziati hanno scoperto che maggiore è il livello di insulina nel sangue, maggiore è la possibilità di sviluppare il cancro. La somministrazione di un farmaco per il diabete che abbassava i livelli di insulina, all’epoca fu associata a un minor rischio di cancro.
Ma perché il cancro, che si verifica quando le cellule proliferano fuori controllo, è influenzato da alti livelli di insulina? L’insulina incide molto sul corpo umano, finora considerata solo per ciò che accade quando scarseggia, come nel diabete o per la sua funzione di regolatrice degli zuccheri nel sangue, può promuovere la crescita delle cellule tumorali. Se gli alti livelli di zuccheri che si consumano causano l’insulinoresistenza, è difficile non concludere che lo zucchero sia responsabile del cancro.
Ci sono anche fondati motivi di credere che lo zucchero sia responsabile della pressione alta. Di solito, al contrario, si attribuisce la colpa a un consumo eccessivo di sale ma, probabilmente, non è così. Mangiare parecchio sale, certamente aumenta la pressione visto che il corpo tende a trattenere più liquidi. Ma ridurre il consumo di sale, anche del 50% non fa molta differenza, si può comunque soffrire di ipertensione.
Il collegamento tra pressione alta e insulina è stato suggerito nel 1933: l’insulina agisce sui reni che trattengono il sale e non lo rilasciano nelle urine. Di conseguenza, più insulina c’è nel sangue e maggiore è la pressione sanguigna. Non è evidente, invece, un legame diretto tra insulinoresistenza e il morbo di Alzheimer. Ma, come con il cancro, c’è un collegamento con il diabete e chi ne soffre, ha due volte in più la possibilità di contrarre l’Alzheimer.
Alcuni ricercatori, parlano dell’Alzeheimer come il diabete di tipo 3; tra le altre ipotesi, si pensa che l’insulinoresistenza possa aumentare la velocità con cui il cervello accumula placche amiloidi e grovigli neurofibrillari composti da filamenti tau patologici, classici segni della malattia.
La semplice spiegazione adottata dagli esperti di nutrizione e dalle autorità sanitarie, per quanto riguarda la diffusione di malattie croniche, è quella di “incolpare” chi è in sovrappeso o obeso: mangiano troppo e fanno poco esercizio. Negli anni Settanta, le autorità accusavano di ciarlataneria chi riteneva lo zucchero responsabile. In realtà, è il principale sospettato.