Arci Torino licenzia addetta stampa. Fnsi: “Atto brutale”

Arci Torino licenzia addetta stampa. Fnsi: “Atto brutale”

ROMA – L’Arci di Torino licenzia in tronco una dipendente, l’addetta stampa Federica Masera, e finisce nel mirino del sindacato. La Fnsi (Federazione nazionale della stampa italiana) definisce il licenziamento “un atto brutale” e chiede di reintegrare la giornalista.

“Una tradizione come quella dell’Arci, costruita su valori quali la libertà e la dignità di ogni essere umano, l’uguaglianza dei diritti e la giustizia sociale, la libertà di pensiero e di espressione, i diritti sociali e del lavoro, non può essere snaturata da un atto brutale come il licenziamento della giornalista impiegata nell’ufficio stampa del comitato territoriale di Torino denunciato ieri dall’Associazione regionale di stampa”,

scrivono in una nota il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.

“Siamo convinti – proseguono – che un’organizzazione da sempre in prima fila nella difesa dei diritti dei lavoratori e alleata della Federazione nazionale della stampa italiana nella battaglia per la libertà dell’informazione non possa lasciare che uno dei suoi comitati territoriali tradisca l’identità dell’intera Associazione in nome di un presunto risparmio che l’esternalizzazione del servizio non è detto che garantisca, mentre di sicuro mal si concilia con i valori da sempre difesi dall’Arci. Per questo chiediamo agli organismi dirigenti dell’Associazione di intervenire sulla vicenda del licenziamento della collega torinese e ripristinare così la correttezza del rapporto di lavoro, ridando al contempo lustro all’immagine e alla storia dell’organizzazione”.

La lavoratrice in questione, spiega Stefano Parola su la Repubblica, da otto anni curava l’ufficio stampa del comitato torinese. Il licenziamento, secondo quanto reso noto dalla Stampa Subalpina, le sarebbe stato notificato con una lettera consegnata a mano in cui le è stato spiegato che il servizio verrà esternalizzato.

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Maria Elena Perrero