
ROMA – Alla fine l’asta per le frequenze tv è andata quasi deserta. Solo il gruppo capitanato dal patron di La7, Urbano Cairo, ha presentato domanda di partecipazione al ministero dello Sviluppo Economico secondo quanto disposto da Agcom e Commissione Ue. Dalla gara, va precisato, erano escluse a priori Mediaset, Rai e Telecom Italia Media Broadcasting. Ora il gruppo di Urbano Cairo ha 30 giorni di tempo per presentare la propria offerta economica per uno o più dei tre lotti. La base d’asta per ognuno è fissata a poco meno di 30 milioni
Il bando è scaduto oggi, 16 aprile, a mezzogiorno.
“Alla gara – si legge in una nota diffusa dal ministero – non potevano partecipare gli operatori che detengono tre o più multiplex (Mediaset, Rai e Telecom Italia Media Broadcasting). Ora il ministero valuterà i requisiti amministrativi della domanda, mentre Cairo avrà trenta giorni di tempo per presentare l’offerta economica per uno o più dei tre lotti di frequenze messi a gara, con il vincolo della copertura del 51 per cento della popolazione italiana entro 5 anni. Sulla procedura di assegnazione delle frequenze tv da parte dell’Italia – precisa la nota – è aperta dal 2005 una procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea”.
I tre lotti sono: L1 (multiplex che sfrutta i 6 e 23 per una copertura della popolazione stimata all’89,5%), L2 (canali 7 e 11 per una copertura del 91,1%) e L3 (canali 25 e 59 per una copertura del 96,6%). L’obiettivo sarebbe di riequilibrare il mercato, viziato dal duopolio Rai-Mediaset. Non a caso dal 2005 l’Italia vive sotto la spada di Damocle di una procedura di infrazione sulla controversa Legge Gasparri.
Il sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonello Giacomelli, osserva:
”Quella del passaggio dall’analogico al digitale terrestre è una vicenda lunga, fatta di aggiustamenti successivi, perdite di tempo e occasioni mancate, a partire dalla deludente gestione dello switch off. Ora, però, guardiamo avanti. L’interesse del gruppo Cairo è un segnale di vitalità di un settore che si sta rapidamente evolvendo, come confermano le notizie di questi giorni nel segno della convergenza tra tv e telecomunicazioni. Il governo intende favorire questa evoluzione con una riforma organica del settore che premi competitività, innovazione e volontà di investimento”.