ROMA – Urbano Cairo esclude un rialzo dell’offerta di scambio su Rcs, si dice ottimista sull’operazione e segnala di aver raccolto già “disponibilità” dalle banche creditrici. Dopo che Diego Della Valle (socio al 7,3%) ha definito l’offerta non congrua, escludendo di aderirvi, Cairo si dice comunque soddisfatto: le sue “mi sono sembrate le dichiarazioni di un socio che crede nell’azienda, vi ha investito e vuol continuare ad essere socio. Mi fa piacere. Come ha detto lui di me, dico che è un amico e se rimane azionista mi fa piacere”.
“Non ci sarà nessun miglioramento – ha spiegato riferendosi all’Ops -. Per me l’offerta è congrua. Il Cda Rcs può fare le valutazioni che vuole”, sostenendo che il prezzo è insufficiente. “Noi abbiamo valutato l’azienda 285 milioni di equity più il debito, ovvero 770 milioni. Non mi sembra poco. Poi io non voglio convincere nessuno. Il mercato è sovrano, sarà lui a valutare se l’offerta è congrua o no, se io vado bene o no per rilanciare quella società”.
“Sono ottimista per natura”, ha detto poi rispetto al buon esito dell’operazione. Domani, ha spiegato, verrà depositato in Consob il prospetto informativo. Vi sarà quanto indicato nel comunicato dell’8 aprile con l’annuncio dell’operazione e “uno sviluppo del piano industriale”.
“Abbiamo arricchito e sviluppato i temi” già indicati nelle motivazioni, ha spiegato. “Probabilmente”, l’offerta partirà a giugno. Mentre con le banche creditrici c’è già stato “qualche abboccamento” e “procederemo ad incontri nei prossimi giorni, in tempi utili rispetto alle condizioni che abbiamo posto”.
Se Cairo è stato piuttosto deciso sul fatto che l’offerta non sia modificabile, è parso più cauto sulle condizioni alle quali ne ha subordinato la validità, rinviando al prospetto in cui verranno dati “ulteriori dettagli”. Le due condizioni poste sono il raggiungimento di adesioni al 50% del capitale più un’azione e l’impegno delle banche a non far scattare la richiesta di rimborso del debito con il cambio di controllo, e la moratoria.
L’editore de La7 ha comunque chiarito di essere interessato a tutto il perimetro di Rcs, incluse dunque le attività in Spagna. Mentre ritiene sia presto per valutare una fusione tra Cairo e Rcs: “Oggi questa cosa non è stata prevista perché non conosciamo in modo approfondito com’è gestita l’azienda, e quando vai a ipotizzare una fusione devi conoscerla molto bene. Poi tutto è da vedere”.
Intanto da UnipolSai l’A.d Carlo Cimbri ha ribadito di non voler aderire all’Ops ritenendo che sottovaluti Rcs. Comunque, ha sottolineato, “i nostri interessi saranno convergenti con quelli di Cairo, che avrà come obiettivo la valorizzazione dell’impresa. Quindi un contributo più fattivo alla valorizzazione di Rcs non può che trovarci favorevoli”.
Infine da Intesa, in campo anche come advisor di di Cairo, il ceo Carlo Messina ha affermato che “quello che conta è che una soluzione abbia valore industriale e possa funzionare. In questo modo si genera valore anche per i creditori e, essendo noi principale creditore, non possiamo che trarre beneficio da una soluzione industrialmente corretta”.