ROMA – “Mi piace” diventa “me piace”, mentre per aggiornare il proprio stato viene chiesto “come te senti?”. È Facecjoc, il social network che parla in dialetto. Romanesco. Se in Italia ha superato i 2 milioni di iscritti, nel Lazio ha già 320mila utenti.
“Su Facecjoc le persone possono parlare in rete la stessa lingua che usano al bar”, spiega il programmatore Gianluca De Bortoli, che racconta: “La difficoltà, del Lazio come di altre aree geografiche, è riunire in un’unica lingua le diverse varianti dello stesso dialetto, per questo Facecjoc parla il romanesco come si pronuncia, volutamente sgrammaticato, non quello di Belli e Trilussa”.
Per condividere una canzone con gli altri utenti si mette online “na cantata” mentre tra gli hashtag che vanno per la maggiore su Facecjoc troviamo #abbestia e se si vuole rilanciare sul web un contenuto da un altro utente il comando è “fa girà”.
“Il dialetto è senz’altro un modo per incuriosire le persone a iscriversi – spiega ancora De Bortoli – ma credo che Facecjoc serva anche a legare il divertimento (“cjoc” dal friulano si può tradurre come “pazzerello”, ndr) alla riscoperta di lingue, usi e costumi che stanno finendo nel dimenticatoio”.