“Gengis Khan era gay”: le assurde auto-risposte di Google

“Gengis Khan era gay”: le assurde auto-risposte di Google

ROMA – Gengis Khan? Era gay. Bettin Wulff? Una escort. Queste sono solo alcune delle “auto-risposte” che mettono nei guai il motore di ricerca Google. L’opzione di “suggest“, che al nome appena digitato nella barra di ricerca associa la parola più cliccata, offre sorrisi per gli utenti ma anche problemi giudiziari per Google, citato per quelle associazioni non sempre felici e inoffensive.

Il Fatto quotidiano racconta dell’ultima denuncia da Tokyo per Google: BigG ha citato in giudizio il motore di ricerca perché perché digitando il proprio nome apparivano non graditi riferimenti a presunte attività criminali e condanne penali. A scatenare l’ira di BigG, scrive il Fatto riportando le parole del legale Torita, il rifiuto di Google a disattivare la funzione “autocomplete”. Un rifiuto che il motore di ricerca aveva “riservato” anche a Bettina Wulff, il cui nome era associato alla parola “escort”.

Il motivo? Lo spiega il Fatto:

“I motori di ricerca si difendono dicendo che nell’elaborazione degli algoritmi di ricerca non vi è alcun intervento dell’uomo e che le associazioni sono solamente ipotetiche e non vanno considerate alla stregua di affermazioni. Insomma se digitando il vostro nome risulta che vi hanno condannato per pedofilia o per narcotraffico, Google ovviamente non ne ha alcuna responsabilità. È compito vostro convincere del contrario tutti i vostri conoscenti. Il sistema è concepito per associare, suggerire e rispondere. Sempre, anche alle domande più stravaganti e bizzarre”.

Il Fatto quotidiano poi elenca alcune delle assurde autorisposte di Google alle domande più strane:

“E poi ci sono domande che si fanno a Internet. Da tempo i motori di ricerca pubblicano quali sono le domande più frequenti. Forse la curiosità più ricorrente riguarda gli orientamenti sessuali dei personaggi famosi. “George Washington era gay?” “Elton John è gay? Oddio, a questa rispondo anche da solo.” “Michael Bloomberg è gay?” “Paul Ryan è gay?” “George Clooney è gay?” Non si salvano da questa curiosità nemmeno Gengis Khan e il Papa. E la risposta immancabilmente arriva. Perché? Semplicemente perché appena digitiamo le prime parole la funzione “autocomplete” o “Suggest” anticipa cosa stiamo per chiedere in base alle domande che ricorrono con maggiore frequenza. In inglese basta digitare “Is” o “Was” all’inizio della frase e il motore di ricerca completa la domanda e fornisce la risposta”.

Insomma Google registra le curiosità e offre risate per le strane associazioni, diventando un modo per ridere in compagnia. Sempre che “vittima” degli strani accostamenti della funzione “autocomplete” non siate proprio voi. Ripulire la vostra reputazione su internet, dove il clic è virale e il pettegolezzo cresce a dismisura, sarebbe una missione decisamente impossibile.

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