
ROMA – Il diritto all’oblio imposto a Google da parte della Corte di giustizia dell’Unione europea รจ stato applicato per la prima volta anche in Italia. Il Garante della Privacy ha esaminato le richieste dei cittadini che chiedono a Google di essere “dimenticati”e in 2 casi, sui 9 presentati, ha ritenuto che le nuove norme di diritto all’oblio andassero applicate.
Antonello Cherchi sul Sole 24 Oreย scrive:
“LโAuthority guidata da Antonello Soro ha accolto il ricorso di una signora coinvolta in un procedimento giudiziario, la quale chiedeva a Google di deindicizzare la ricerca che rimandava a un sito in cui erano contenuti dati personali riservati, sottratti illegalmente o falsificati.
La societร di Mountain View si รจ giustificata dicendo che quelle informazioni riguardavano la vita professionale della ricorrente e, pertanto, dovevano essere considerate di interesse pubblico. Il Garante ha, invece, ritenuto che nel caso di specie la richiesta avesse fondamento e ha, dunque, imposto a Google di applicare il diritto allโoblio”.
Anche un altro caso analizzato dall’autoritร per la privacy ha deciso per l’applicazione della sentenza europea:
“Alla stessa conclusione lโAutoritร รจ giunta nel caso di un cittadino che, coinvolto tra il 2006 e il 2007 in una vicenda di pedofilia dalla quale era stato assolto nel 2009, continuava a trovare su Google link a quellโevento con informazioni non aggiornate. Per questo chiedeva che il motore di ricerca rimuovesse quei risultati. Anche in questo caso Google ha opposto lโinteresse pubblico, mentre il Garante ha ravvisato la necessitร di cancellare il rimando ai dati”.
Da parte sua Google si รจ rifiutato di procedere alla deindicizzazione dei link da dimenticare,
“adducendo il prevalente interesse pubblico della notizia – in quelle sette fattispecie fossero corretti. Anche secondo lโAutoritร le vicende processuali in cui si trovavano coinvolti i diversi ricorrenti che chiedevano il diritto allโoblio erano, infatti, recenti e non era stata scritta la parola โfineโ sulla vicenda giudiziaria. Troppo presto, dunque, per pretendere di essere dimenticati dal motore di ricerca di Google”.
Cherchi poi spiega:
“A Google รจ riservata la valutazione di vari elementi, tra i quali lโinteresse pubblico della notizia, la sua accuratezza e aggiornamento,il tempo trascorso dal fatto.
Nel caso il diritto allโoblio venga negato, lโinteressato puรฒ rivolgersi al giudice o al Garante della privacy, cosรฌ come i nove cittadini che hanno fatto da apripista”.
