Un “furbacchione” ma anche “l’unico politico del centrosinistra in grado di battere Berlusconi in una campagna elettorale”. Il vicedirettore della Stampa Massimo Gramellini dedica al sindaco di Firenze Matteo Renzi la sua rubrica “Buongiorno” dell’otto dicembre. E nel farlo parte dalla “merenda” incriminata, consumata da Renzi in quel di Arcore.
Era un pranzo, ma merenda, utilizzato per un fiorentino suona molto di Pietro Pacciani, e finisce per avere una sua indubbia efficacia. Così Gramellini si consente lo spostamento di pasto e spiega: “La nomenclatura del Pd sta crocifiggendo Matteo Renzi perché il sindaco di Firenze è andato a fare merenda ad Arcore da Berlusconi, pur di ottenere dal governo un provvedimento fiscale a favore della sua città”.
All’inizio, il giornalista sembra voler randellare il sindaco: “Certo, sarebbe stato meglio se l’incontro fra i due furbacchioni fosse avvenuto a Palazzo Chigi anziché nell’abitazione privata del sovrano, nota agli annali per le cene a lume di candelotto con Bossi e le barzellette sul bunga bunga”. Poi la svolta “filo-renziana”: “Però il peccato veniale del giovane sindaco non oscura la realtà. Dopo il prepensionamento di Prodi, Renzi è l’unico politico del centrosinistra in grado di battere Berlusconi in una campagna elettorale. Se il Pd intende governare davvero, deve aumentare i propri voti, non solo i propri alleati. Deve cioè convincere una parte degli elettori del Caimano a scegliere i democratici”.
Quindi Gramellini invita il Pd a fare i conti con la realtà dei numeri e dei voti: “Ora, conosco tanti berlusconiani delusi, ma neanche uno disposto a votare per Bersani, Vendola o chiunque altro sia stato iscritto al Pci. Mentre ne conosco parecchi che, nauseati da Silvio, sarebbero pronti a dirottare la loro preferenza su questo boy scout spregiudicato e post-ideologico, che a Firenze si è candidato in barba al Cremlino locale e l’ha fatto secco”.
Infine la considerazione sulla tenzone tra Renzi e il partito: “Non so dirvi chi abbia ragione. Ma so che Renzi, nel bene e nel male, appartiene all’attualità. Gli altri, al museo del Novecento”.