ROMA – “Paolo, ti hanno tradito”, il Fatto Quotidiano del 20 luglio apre con l’accusa dei pm di Palermo. “Vent’anni dopo via D’Amelio – scrive il Fatto – Ingroia, Scarpinato e gli altri colleghi di Borsellino denunciano chi mentre il suo sangue non si era asciugato, trattava con la mafia la resa dello Stato”. A pagina due e tre parole diffidenza sulle parole del Capo dello Stato. Napolitano ha detto: “Stato-mafia, nessuna ragion di Stato può frenare la ricerca della verità”. Ma il Fatto aggiunge: “Ma sul Colle si parla di querele”. Gian Carlo Caselli parla di una “guerra totale contro Ingroia”: In Italia, scrive Calselli, si combatte una guerra “non contro la crisi economica. O contro la disoccupazione. O contro l’evasione fiscale. O contro la corruzione. La vera guerra che si combatte è contro la Procura di Palermo. Con tattiche diverse ma tutte ispirate all’obiettivo di restringerne gli spazi operativi e di circoscrivere il rischio che si scoprano verità sgradevoli”.
Si spinge fino al paradosso, di montanelliana memoria, l’editoriale di Marco Travaglio che chiede addirittura scusa a Emilio Fede: Montanelli l’aveva detto 18 anni fa: “Dobbiamo prepararci a presentare le nostre scuse a Emilio Fede, Il momento è arrivato. n qualunque paese del mondo, ove mai un presidente si attivasse per favorire un amico in un’indagine, la stampa si scatenerebbe per procurarsi le intercettazioni e informarne i cittadini: qui persino i giornalisti considerano il diritto-dovere di cronaca un “rischio” ed esultano perché le telefonate dello scandalo non si conosceranno mai”.
Il taglio centrale torna sullo scandalo sanità in Lombardia. Titolo: “Soldi di Daccò, Formigoni delira: Un golpe”. Sul documento di Polizia giudiziaria pubblicato dal Fatto il governatore disperato: un falso”.
Intanto, “il procuratore di Milano Bruti Liberati non ha perso tempo e, dopo la pubblicazione del rap- porto di Polizia giudiziaria su Formigoni e Daccò sul nostro giornale, ha aperto un’indagine per la fuga di notizie.
Chiude la prima pagina di venerdì 20 luglio, Stefano feltri che parla di “Evasione e Tasse nostri primati mondiali” dopo i dati diffusi da Confcommercio che danno la pressione fiscale al 55 percento. Scrive Feltri. “La camera approva il trattato Fiscal Compact che impone di ridurre il debito pubblico, ma farlo alzando le imposte proprio non si può”.