“Con la situazione che c’é, bisogna essere rigorosi, altro che regolarizzazioni. Nel Sud d’Italia la disoccupazione è al 18 per cento, il lavoro deve andare agli italiani che vogliono e possono farlo, non agli immigrati clandestini”. Queste le parole del ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, in un’intervista a La Stampa, nella quale commenta i disordini avvenuti a Rosarno.
“Quello del lavoro stagionale è un trucco – prosegue il ministro leghista – gli immigrati vengono per la raccolta dei pomodori o delle arance e poi, invece di andarsene, restano”.
Secondo Calderoli, si ricorre ai clandestini perché l’attività stagionale, se fosse regolare costerebbe troppo. Su questo punto il ministro propone di studiare “paghe più eque” per dare una mano, “riducendo il costo fiscale e contributivo del lavoro”.
Calderoli poi avverte: “se si accettano continue regolarizzazioni, l’Italia diventerà tutta come Rosarno, la malavità dà anche i suoi segnali – spiega -. Non possiamo garantire a troppi la possibilità di integrazione”.
Quanto all’ipotesi di concedere la cittadinanza agli immigrati regolari, Calderoli è chiaro: “non ce n’é bisogno, hanno già diritti garatiti dalla Costituzione, il diritto di voto a che serve? Si rischierebbero ancora più reazioni da parte dei clandestini”. E propone, come negli Stati Uniti, un esame per la conoscenza della lingua, del codice civile e penale.