Twitter, Chi seguire: l’enorme “circolo” chiuso

ROMA – Con la funzione “Chi seguire“, Twitter ci indirizza ai nostri simili. Un algoritmo che agisce per affinità: suggerimenti personalizzati sulla base delle proprie abitudini di navigazione.

Se l’utente Marco visita spesso siti che trattano di musica, il sistema gli proporrà in automatico di diventare follower del profilo di un musicista famoso, per esempio @TizianoFerro.

Come riporta il Corriere della Sera in un articolo a firma di Paolo Di Stefano, “dall’amico (o follower) si passa all’amico dell’amico, dall’amico dell’amico si passa all’amico dell’amico dell’amico e così via, per contagio. Ma in definitiva non si esce dall’idea di un club esclusivo. Se sono un giornalista che si occupa per lo più di letteratura, allora troverò sulla mail un richiamo imperativo di Twitter, che non ti molla un momento: “Ecco cosa fa tendenza questa settimana”, e ancora: “Non perderti nulla, resta aggiornato su ciò che sta succedendo”.”

Il cavallo di Troia per spiare gli utenti è costituito dai pulsanti, incorporati da milioni di siti, tramite cui è possibile twittare un dato contenuto. Come accade con altri strumenti simili, ad esempio il “mi piace” di Facebook, oltre a segnalare il gradimento del navigatore, tali pulsanti funzionano come delle minuscole antenne tramite cui registrare tutti i movimenti di una persona per il web.

“Si stabiliscono così, grazie al frenetico re-re-retweet, giganteschi «club esclusivi», «enormi circoli chiusi» in cui linguaggi, codici, gerghi accomunano migliaia di fruitori «affiliati» e affini tra loro per censo intellettuale e per campi di interesse. Il proposito è: condividere anche quando si dissente. Un’apertura solo apparentemente universale. Quel che manca è un social network più coraggioso, centrifugo, i cui algoritmi agiscano per opposizione, per contrasto, per difformità, per differenza. Che non favoriscano i collegamenti prevedibili e ovvi con gente che se non conosci potresti comunque facilmente incontrare nei tuoi soliti giri, che puntino su un’apertura reale, incondizionata capace di accendere cortocircuiti davvero sorprendenti. Insomma, gli algoritmi non della routine ma della sorpresa.”

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FIlippo Limoncelli