“Corsa della morte“, fermiamola, è troppo pericolosa: in 6 giorni ben 4 morti, su quel tracciato il Tourist Trophy ha fatto 246 vittime.
“Corsa della morte“, fermatela. È fuori del tempo e della logica. Quattro morti anche questa settimana. In soli 6 giorni di gare. Basta. Sono già 264 i piloti che hanno perso la vita sull’isola di Man.
Questo mitico “Tourist Trophy” va rivisto da cima a fondo . O soppresso. Ma così com’è non va affatto bene. Anche super campioni come Giacomo Agostini e Valentino Rossi hanno detto no al TT, pur ricoscendo la magia dell’isola, il “ fantastico tracciato, l’atmosfera unica , la dimensione differente” (parole di Valentino). Qui è morto il leggendario Joey Dunlop, l’uomo che passava ai 200 km/h nei banchi di nebbia improvvisi.
E qui sono morti anche il fratello (minore) Robert nel 2008 e il nipote William, figlio di Robert. Ora è il turno di Michael, l’altro figlio di Robert; lunedì 6 giugno, a soli 33 anni, ha ottenuto la sua 20esima vittoria nelle varie categorie del Tourist Trophy. La famiglia Dunlop, nonostante i lutti, non molla.
È la sua caratteristica. La sua seduzione. Un tracciato stradale di 60,5 km che passa tra muretti, case nuove e vecchie, alberi e buche, tombini, rotonde, marciapiedi, pali della luce. Si rischia la vita per vincere la Corsa maledetta o soltanto per finirla. La testa dei piloti funziona così, sennò non scenderebbero in pista. Però quattro piloti morti in questa edizione 101 (finita venerdì) non si possono accettare. La Corsa (forse) andava bene quando era meno folle (dicono) ma si è rivelata pur sempre una ecatombe. Tanto è vero che nel 1976 è stata espulsa dal calendario iridato proprio per “eccessiva pericolosità “.
Difficilmente però gli organizzatori rinunceranno alla TT, evento “sportivo” che ha dato all’isola di Mann fama mondiale diventando calamita per turisti. L’isola è una dipendenza della Corona Britannica ma con un governo autonomo ed una posizione privilegiata nel Mar d’Irlanda.
Occhio, questi isolàni sono tosti e raramente flessibili.
Due esempi eloquenti: la vicenda di due leggi che non volevano modificare, quella sulla fustigazione e quella sulla sodomia. Sulle punizioni corporali (solo per i maschi trasgressori ) ha dovuto intervenire la Corte europea dei diritti dell’uomo: quanto alle leggi sulla sodomia (c’erano norme che criminalizzavano l’omosessualità) hanno tenuto duro fino agli anni Novanta. Ergo,non illudiamoci, non si priveranno a breve del loro tesoro motoristico. Oltretutto hanno radici scozzesi.