MotoGP. CapoIavoro italiano. Domenica storica. Trionfo Ducati .Due rosse sul podio, schiantate le Yamaha. Detronizzato El Diablo Fabio Quartararo. Pecco Bagnaia lo sorpassa in classifica generale. La Rossa di Borgo Panigale vince il GP di Spagna – tradizionale feudo delle moto giapponesi – e si impone con l’australiano Jack Miller che ha prontamente riscattato i suoi tre primi gran premi, deludenti,scialbi. Al secondo posto Pecco Bagnaia che conquista con una gara accorta, consapevole della potenza della sua Ducati. Terzo un ottimo Morbidelli sulla Petronas. Marc Marquez nono. Male Valentino Rossi, quest’anno non ingrana proprio. Manca il feeling con la moto.È arrivato nelle retrovie, solo 17esimo. Tredicesimo Fabio Quartararo dopo un’ottima partenza. Poi il crollo graduale dal sedicesimo Giro. Bastianini sfortunato,è caduto al nono Giro. Appena fuori dal podio il giapponese Nakagami quarto con la sua Honda davanti alla Suzuki dello spagnolo Joan Mir. Finisce sesta l’Aprilia con Aleix Espargaro .
Domenica 16 maggio la MotoGP si sposta in Francia, a Le Mans i 13,6 km più famosi al mondo la celebre 24 ore.
Un circuito singolare, unico. Lungo 13.600 metri, un tracciato tra i più lunghi al mondo. La Ducati si presenta in gran spolvero. Carica come non mai. A Jerez non vinceva dal 2006 ( Capirossi ). Vuole continuare a stupire. Poi si rientra in Italia. Il 30 maggio si corre al Mugello. Vietato sbagliare.
Il circuito di Jerez de la Frontera, presso la città andalusa di Cadice, è un autodromo icona del Circus.
Perché è intitolato all’indimenticato Angel Nieto ( 1947-2017 ) una leggenda dello sport di tutti i tempi con un palmares da sogni: 13 Mondiali vinti, 90 vittorie su 186 gare disputate e 139 podi. E poi perché è molto amato dai tecnici che lo prediligono per fare test di ogni tipo. Un tempo misurava 4.218 metri. Poi sono arrivate negli anni significative modifiche che lo hanno portato agli attuali 4.423 metri con 13 curve ed una indovinata corsia d’uscita box. Nel 2009 sono state ben asfaltate le vie di fuga di quattro curve: Expo ‘92, Michelin, Dry Sac e Ducados.
Molte discussioni , fuori e dentro i box, sul futuro da manager di Valentino Rossi ed il suo team nato dal patto con gli arabi di Aramco, la compagnia nazionale araba del petrolio e del gas naturale.
L’annuncio ufficiale dato in settimana dai vertici della VR 46 – azienda di cui è proprietario Valentino Rossi – ha destato molto rumore e curiosità. In breve: al Mondiale 2022 della MotoGP ci sarà un team di Valentino con l’appoggio del colosso governativo Aramco. Lo sponsor saudita è un colosso mondiale; il valore complessivo dell’azienda è di circa 1.700 miliardi di dollari. Valentino è in una botte di ferro. In lizza avrà tre moto. Ma quali? Tre ipotesi: Ducati con Marini, Aprilia o Yamaha. Valentino punta sulla Ducati. Circolano già alcuni bozzetti con i nuovi colori scelti per la livrea di moto, caschi e tute. “ Vale d’Arabia “ ( 9 Mondiali vinti , l’ultimo nel 2009 ) non finisce mai di stupire. E stupisce da 26 stagioni.