A partire dal 2035 non si potranno più vendere nell’Unione Europea auto e furgoni con il motore termico. Previsto lo stop anche alle vetture ibride attualmente sempre più diffuse. Strasburgo ha votato la messa al bando definitiva alla vendita di questo tipo di veicoli con lo scopo di portare il Vecchio Continente verso l’obiettivo zero emissioni nel 2050. Ed ora in molti si chiedono quanto costino auto e furgoni alimentati a batteria ed anche se sono previsti incentivi all’acquisto oppure no.
A votare a favore sono stati, a Strasburgo, in 340. 279 invece i contrari e 21 li astenuti. C’è chi parla (tra questi molti politici italiani) di “perdita di migliaia di posti di lavoro”. La norma, per questa ragione, nel 2026 potrebbe essere riconsiderata dall’esecutivo Ue. La proposta introduce esenzioni per i piccoli costruttori come Ferrari e Lamborghini e deroga del 10% per i veicoli pesanti che circolano in condizioni atmosferiche difficili.
Le vecchie auto a benzina o diesel potranno continuare ad essere usate anche dopo il 2035. E fino al 31 dicembre 2024 si potrà anche acquistare un’auto nuova con motore termico. Ma le auto a benzina o diesel sono destinate a subire un’importante svalutazione di prezzo in vista del 2035.
Attualmente, in Italia le immatricolazioni di auto elettriche rappresentano il 2,6% del totale del mercato. Siamo ultimi in Europa per immatricolazioni in rapporto alla popolazione. In Norvegia, l’85% delle auto vendute a gennaio era elettrico. Il 21% in Austria, 18% in Svizzera, 13% in Germania e circa il 10% nel Regno Unito. Prima di noi c’è la Spagna con il 5,9%. L’acquisto di un’auto elettrica attualmente comporta un investimento minimo di 20 mila euro. Per quanto riguarda il costo delle ricariche, i prezzi variano tra 40 ai 70 centesimi per Kwh. Il costo per chilometro percorso ammonta attualmente a circa 10 centesimi, ovvero lo stesso del diesel.
Attualmente esistono incentivi per l’acquisto di auto green. I contributi vanno da 2 mila a 3 mila euro senza rottamazione in base alle emissioni di Co2. Contributi che con la rottamazione salgono a 4 e 5 mila euro in caso di rottamazione. Fondi che tendenzialmente si esauriscono in fretta dato che vanno a finanziare prevalentemente l’endotermico che attualmente appare ai consumatori più competitivo rispetto all’elettrico “puro”. Per il 2023 sono disponibili 630 milioni di euro di bonus. 190 milioni andranno ai veicoli con emissioni nella fascia 0-20 grammi di anidride carbonica per chilometro (elettrici). 235 milioni per i veicoli con emissioni nella fascia 21-60 grammi (ibridi plug-in). 150 milioni per i veicoli con emissioni nella fascia 61-135 grammi. E poi 5 milioni per i ciclomotori non elettrici. La quota prevista per le elettriche è di 35 milioni. Per i veicoli commerciali 15 milioni.
C’è anche un problema di costi di tariffe elettriche che sono destinate a salire. L’Italia incassa infatti circa 25 miliardi di euro l’anno dalle accise per la benzina. Con il passaggio all’elettrico questi ricavi scomparirebbero. C’è poi l’esenzione del bollo per cinque anni a partire dalla data della prima immatricolazione. Soldi che stanno nei bilanci delle Regioni e che ora mancano in minima parte viste le scarse vendite dell’elettrico. Se aumenteranno le vendite, questi soldi in qualche modo dovranno rientrare.
Entro il 2030 i costruttori dovranno ridurre del 55% le emissioni delle nuove auto immesse sul mercato e del 50% quelle dei nuovi veicoli commerciali. Nel 2026 sarà valutata anche la possibilità di mantenere i motori ibridi o che utilizzano gli ecocarburanti. Mantenute anche le garanzie per i produttori di nicchia, ossia quelli che producono meno di 10mila auto l’anno o meno di 22mila furgoni all’anno. Questi potranno infatti continuare a vendere i loro veicoli con i tradizionali motori termici fino al termine del 2035. Avranno così un anno in più di tempo per adeguarsi, norma che serve a tutelare, in Italia, i costruttori di auto di lusso della Motor Valley emiliano-romagnola come Ferrari, Maserati e Lamborghini. Per chi invece produce meno di mille veicoli l’anno è prevista un’esenzione totale dalle nuove disposizioni Ue.
In Italia, un cittadino su 5 si dice pronto ad acquistare la prossima vettura con alimentazione elettrica. Ma per 8 su 10, a patto di pagarla meno di 30 mila euro. Il 63% spera che acquistando un’auto elettrica risparmi sul costo carburante e sulla manutenzione. I contrari (il 47%) pensano invece che l’autonomia delle elettriche sia ancora troppo limitata. Altri pensano invece che la rete sul territorio destinata alla ricarica sia inadeguata (il 31%).
La proposta prevede zero emissioni dal 2030 per i bus che circolano in città e un taglio del 90% delle emissioni per le flotte degli altri mezzi pesanti, a partire dal 2040. Iveicoli commerciali pesanti immatricolati dovranno ridurre le emissioni di CO2 in modo progressivo, del 45% nel 2030, del 65% al 2030 e del 90% al 2040.