ROMA – ''Una musica che nessuno avesse mai ascoltato prima, quella era la nostra droga. Avevamo fatto delle cose importanti nel mondo del rock, ma la musica che avevamo suonato fino a quel momento era roba che chiunque altro avrebbe potuto fare e, in molti casi, come in Rattle and Hum, terribilmente deja-vu. A quel punto la scelta era: o inventiamo un suono nuovo oppure tutti a casa''. Il leader degli U2 Bono Vox, intervistato da Repubblica, racconta che la band nel 1991 ha rischiato di sciogliersi.
Arrivati a Berlino, per incidere nello stesso studio di David Bowie e Iggy Pop, ''eravamo alla frutta'', dice Bono. ''Depressione totale. Litigare fa bene, aiuta le persone a esprimersi, ad argomentare'', mentre ''il silenzio, quel silenzio, e' assai piu' pericoloso. C'era il gelo fra noi''.
Poi la svolta. ''Pian piano cominciammo a renderci conto di avere qualcosa in mano. In due giorni mettemmo a fuoco e registrammo almeno sei canzoni, dopo settimane, mesi di stasi totale'', racconta il frontman. ''Il momento chiave fu l'incisione di One e l'arrivo di Brian Eno a Berlino. C'era una tensione pazzesca. The Edge e io eravamo in minoranza. One fu la canzone che mise tutti d'accordo. Quando Eno ascolto' il brano, disse: ragazzi, io sono della partita. E questo sollevo' il morale di tutti''.