Rolling Stone come Rupert Murdoch: il bimestrale di musica si allea in una battaglia strategica con il tycoon dell’editoria per far pagare ai lettori i contenuti del suo sito online. La rivista fondata da Jann Wenner nel 1967 ha annunciato che a partire da lunedì innalzerà un ‘pay wall’ attorno agli articoli del suo nuovo sito online in un tentativo di monetizzare l’accesso dei lettori.
Rolling Stone è una delle poche testate che finora si sono azzardate a far pagare la consultazione dei materiali in rete. Lo fanno da tempo con moduli diversi il Financial Times e il Wall Street Journal, una formula è allo studio al New York Times, mentre a partire da giugno in Gran Bretagna la News Corp di Rupert Murdoch metterà a pagamento la lettura del Times e del Sunday Times online: una sterlina al giorno o due sterline alla settimana mentre l’accesso resterà gratuito per chi è abbonato alla edizione cartacea.
I piani di Rolling Stone prevedono che la home page della rivista rimanga per la maggior parte gratis ma per i lettori che vogliono pieno accesso all’ultimo numero del magazine e al suo archivio storico con le sue famose copertine il tariffario sia di 3,95 dollari al mese o 29,99 dollari all’anno. Gli abbonati online negli Stati Uniti riceveranno automaticamente a casa una copia della versione cartacea.
«Prendiamo nelle nostre mani il controllo del nostro destino digitale», ha detto Steven Schwartz, responsabile della divisione online di Wenner Media: «Non corriamo dietro al web perché la carta va male. E’ perché crediamo nel nostro marchio e nella sua capacità di sfondare la frontiera dell’online». A dispetto della crisi generalizzata dell’editoria, Rolling Stone continua a vendere copie negli Stati Uniti: la sua circolazione è aumentata un milione e mezzo di copie nel 2009 contro un milione 300 mila nel 2000. La rivista ha uno zoccolo duro di lettori nella generazione del baby boom ma Wenner e soci sostengono che il loro pubblico non ha solo i capelli grigi e che la media di chi sfoglia la rivista su cui hanno scritto Tom Wolfe e Hunter Thompson e su cui ha debuttato la fotografa Annie Liebowitz ha ‘appena’ 30 anni. (