ROMA – George Michael, i misteri: 4 anni di buio, le droghe, gli incidenti. “La morte è inspiegabile ma non è sospetta”: il primo comunicato della polizia inglese è laconico ma significativo per comprendere il decesso di George Michael. Il suo “last Christmas” gli è stato fatale a causa di una insufficienza cardiaca, hanno dichiarato i suoi collaboratori, senza però spiegare nel merito cosa sia successo al cantante inglese.
Non era un mistero – lo dimostrano alcuni scatti fotografici – che Michael apparisse gonfio e irriconoscibile. Deve essere il destino delle icone del pop: lui, il re delle classifiche anni ’80, era sparito mediaticamente da 4 anni. Il suo pubblico era stato abituato negli anni a preoccuparsi per la sorte del proprio beniamino, fra arresti per droga, incidenti d’auto e malattie.
La sua senza dubbio è stata una vita spericolata e i tabloid del Regno hanno cercato sempre di rivelarne i dettagli più personali, come i ricoveri in clinica per disintossicarsi dalla dipendenza da marjiuana (fino a 24 canne al giorno).
Nel 2014 è stato ricoverato per un misterioso collasso. Un anno prima era stata la volta di un incidente stradale su un’autostrada per Londra: l’amico che guidava aveva perso il controllo della macchina e George era finito sull’asfalto rimediando per fortuna solo contusioni e uno stato di shock.
A novembre del 2011, durante un tour, era stato ricoverato d’urgenza in Austria per una grave polmonite. Ha dovuto trascorrere un mese in rianimazione. Esperienza che lo aveva profondamente segnato ed ispirato il suo singolo ‘White Light’, uno dei brani recenti a cui l’artista era più legato e in cui ringraziava per essere sfuggito alla morte.
Quanto al suo orientamento sessuale, fu costretto al coming out dopo lo scandalo dell’arresto nei bagni pubblici dove aveva tentato l’adescamento di un poliziotto: dichiarare la sua omosessualità avrebbe ferito la sensibilità della madre ma soprattutto scatenato l’ira del padre, la cui omofobia è ritenuta la fonte di molti dei suoi problemi.