
Gino Paoli ricorda Luigi Tenco: "Se non avessi rotto con lui, non si sarebbe ammazzato"

ROMA – “Se non avessi rotto con lui, non si sarebbe ammazzato” dice Gino Paoli ricordandoย Luigi Tenco, a cui renderร omaggio il prossimo luglio durante lโUmbria Jazz, nellโanno del cinquantenario dalla scomparsa del cantautore piemontese.
L’amicizia nacqueย quando Paoli videย Tenco esibirsi in un teatro, un vero e proprio “colpo di fulmine”, quando la musica non era ancora la loro prioritร : “Avevamo la stessa testa, anche se io ero un poโ piรน grande. Vivevamo lo spirito e la curiositร del dopoguerra (โฆ)ย A Genova noi ribelli eravamo una decina, ci conoscevamo tutti. Impazzivamo per James Dean e scoprimmo il rock col film Il seme della violenza e Bill Haley che cantava Rock around the clock”.
Un’amicizia che aveva anche una componente di sfida, ma niente invidia anzi. L’unico problema fu la Sandrelli: “Sono stato io a tagliare i ponti. Ma col senno di poi mi dispiace, รจ una cosa che mi รจ rimasta sempre di traverso (โฆ)ย Era un figlio di puttana, ma nel caso di Stefania voleva dimostrarmi che aveva ragione, che non dovevo fare un figlio con lei”. Poi arrivรฒ la musica, conย Giampiero Reverberi che fu il primo del gruppo ad andare a Milano, assunto dalla Ricordi, poi Tenco e poi pian piano gli altri, ma il successo di Paoli fu maggiore di quello dell’amico, anche se loย scambio continuo di idee e consigli per gli ascolti, francesi, soprattutto, non finรฌ mai; per quanto riguarda la sua canzone preferita dell’amico eraย “Vedrai, vedrai,ย perfetta come musica e parole. Appartiene al periodo in cui cercava il lirismo”
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