

ROMA – “Carne cruda a colazione” รจ il secondo album in solitaria di Giovanni Succi, giร voce e chitarra dei Madrigali Magri e co-fondatore e autore dei Bachi da Pietra.
“Carne cruda a colazione” arriva a due anni dal primo album (“Con Ghiaccio”). Ma Succi, oltre a questi due dischi, negli ultimi anni ha anche inciso in un vinile i versi di Giorgio Caproni (tratti da โIl Conte di Kevenhullerโ), ha registrato un album di cover dei brani di Paolo Conte (โLampi per Macachiโ) e ha portato in scena un reading (“L’Arte del Selfie nel Medioevo”) delle “Rime Petrose” di Dante.
Nella tua attivitร artistica ci sono due piani di ricerca: quello musicale e quello letterario. Cosa unisce questi due aspetti?ย
“Il fatto รจ – mi spiega – che in origine la Musa era una e quindi musica e letteratura erano indistinte. E cosรฌ รจ stato per un sacco di tempo. Poi noi negli ultimi secoli ad alta intensitร di comunicazione abbiamo separato tutto dal tutto. Ma nella letteratura rimane forte la valenza musicale. La letteratura si compone come la musica: di suoni e di strutture. E la musica, come la letteratura, si compone di suoni e di strutture. Quindi per me non c’รจ differenza. Mi rendo conto che invece nel mondo catalogato e suddiviso per etichette all’interno degli stessi generi questo puรฒ mettere in difficoltร qualcuno. Ma se le guardi dall’alto, musica e letteratura sono la stessa cosa”.
Nel reading “L’Arte del selfie del Medioevo” – che tra l’altro citi nei ringraziamenti del disco – hai portato le “Rime Petrose” di Dante. “Sรฌ l’ho citato – ride – perchรฉ mi ha permesso di sopravvivere”.
Le “Rime Petrose” รจ forse l’opera piรน particolare di Dante. Cosa ti ha colpito di questi versi? “Mi colpisce il fatto che c’รจ dentro un Dante completamente spiazzante per chi non lo conosce. Di Dante si ha una idea stereotipata da santino, di quello con la mano sul cuore. L’immagine, in sintesi, tramandata a noi dal romanticismo e dal cattolicesimo. Un’immagine che perรฒ lo tradisce umanamente. Non esiste, secondo me, nell’intero panorama della cultura occidentale medievale uno piรน laico e interessato all’aspetto umano delle cose di Dante”.
“Quindi – prosegue – il fatto che sia diventato un campione della religione รจ un paradosso. Dante ha rischiato anche il rogo. Poi รจ vero che in quanto medievale non poteva fare altro che vivere in un mondo pervaso al cento per cento di religione e quindi nel momento in cui decide di fotografare il mondo che lo circonda usa questo espediente del viaggio oltremondano. Ma nessun altro nel Medioevo fotografa il presente con la stessa cruditร , realismo e profonditร di sentimenti di come faccia Dante”.
“Per tornare alle ‘Rime Petrose’ – continua – qui Dante รจ incredibilmente piรน umano. Ed รจ alle prese con un amore che – teniamo conto che Beatrice รจ morta da sei anni – non beatifica, non ti fa sentire migliore ma, anzi, ti fa sentire una merda. Lui si aggira in una Toscana ghiacciata, in preda a quest’amore per Donna Petra. Donna Petra che in realtร รจ una ragazzina e che Dante chiama Donna perchรฉ il termine Donna viene da Domina, colei che domina, quindi รจ lei che domina lui. Una donna con il cuore di pietra. Nelle ‘Rime Petrose’ si scopre un Dante con un approccio fisico verso la donna. Un approccio che รจ completamente spiazzante. Tutte cose, queste, che non ci arrivano dai banchi di scuola”.
Quest’opera ha influito sulla scrittura dei testi del tuo album? “Non nell’immediato. In generale sicuramente Dante รจ uno dei miei autori di riferimento per la sua modernitร . Sai, si potrebbe dire: ma scusa con tutti gli autori contemporanei che ci sono, cosa te ne frega di uno che ha vissuto settecento anni fa? Il punto รจ: mettiti nei panni di un tizio nato settecento cinquanta anni fa e poi dimmi cosa avresti scritto tu con quei mezzi e in quei tempi. Settecento anni fa era difficile anche trovare la carta. Quindi mi devi spiegare come costruisci tu l’opera piรน immortale della letteratura mondiale”.
Ti ho chiesto questo perchรฉ la canzone che chiude il ciclo delle “Rime Petrose” si intitola “Cosรฌ nel mio parlar voglio esser aspro…”. Il titolo del tuo album, “Carne cruda a colazione”, un po’ richiama quest’asprezza, questa voglia di essere diretti.
“E’ vero – conferma – A Dante piace mettere nel titolo le cose in chiaro. E’ come un dichiarare il menรน. Dante in quel momento era famoso per il Dolce Stil Novo, cioรจ per lo stile dolce, e tirare fuori dei suoni cosรฌ duri รจ stato davvero un cambio di stile notevole. E’ un po’ come Dylan che dalla acustica passa alla elettrica. Ci puรฒ stare l’accostamento. Non ci avevo pensato ma, caspita, complimenti”.
Nel tuo sito c’รจ anche una citazione al primo canto dell’Inferno di Dante con il verso “Ahi quanto a dir qual era รจ cosa dura”. Come mai hai scelto proprio questo verso? “Beh, io tendo anche molto all’autoironia. ‘Quanto a dir qual era รจ cosa dura’ รจ anche la fatica di gestire il blog e i contatti. Oggi รจ vitale per chi fa il mio mestiere esporre, con una certa costanza, quello che fai e su cosa stai lavorando. Non essendo un millennial devo riconoscere i miei limiti. Ma devo farlo. Ormai non esistono neanche piรน i giornali musicali. E’ necessario”.
Nella copertina dell’album ci sei tu con gli occhi nascosti da un cappuccio. Com’รจ nata l’idea della foto? “E’ una foto assolutamente casuale che mi fecero a una festa all’inizio dell’anno. Una festa di Radio Sonica e Big Time ufficio stampa. C’era questo fotografo romano molto bravo, Fabrizio Iozzo, speciale, che faceva foto a tutti quelli che passavano. Mi hanno preso, tirato dentro e fotografato cosรฌ come ero in quel momento. E devo dire che anche se poi ho fatto alte foto per la copertina, alla fine quella che calzava di piรน col concetto e la crudezza dell’album era proprio quest’immagine rubata e di passaggio”.

Nell’album c’รจ una canzone dedicata ad Alessandria che tu hai definito “la piรน improbabile delle cittร ”.
“Da cantare – ride – Da cantare รจ improbabile. Se io ti dico Alessandria tu a cosa pensi?”
A me viene subito in mente la maglietta grigia della squadra di calcio. Confesso che non ci sono mai stato.
“Esatto. Ma anche se ci fossi stato non ti ricorderesti niente amico mio”.
“Con tutto l’amore e odio che si puรฒ avere verso la cittร in cui sei nato e in cui hai vissuto qualche anno – mi spiega – Alessandria รจ difficile da cantare perchรฉ รจ una cittร sfuggente, senza simboli. Non รจ bianca e non รจ nera, tra Piemonte e Lombardia, non รจ piรน Torino e non รจ ancora Milano. Intorno ha una complessitร incredibile di sapori, di vini. Ad Alessandria invece trovi solo vino bianco e vino rosso. Che vino รจ? Chi l’ha prodotto? Quando? Dove?”
Tu sei nato a Nizza Monferrato. Vivi ancora lรฌ? “Sรฌ, vivo ancora qui. Ho vissuto a lungo in grandi cittร , poi ho deciso che non ne avevo piรน voglia. Almeno a Nizza Monferrato si beve bene. Poi ci sono le colline. Io sono molto legato alle colline. E poi รจ a un passo dalle Langhe”.
E “Cabrio” รจ ambientata in quelle zone?
“Sรฌ. Esattamente qui”. Questi luoghi quindi influiscono sulla tua identitร musicale. “Sรฌ. Da sempre. Alessandria, se hai voglia di andare a ritroso, giร si trova in ‘Porte dell’inverno’ con i Madrigali Magri. Mi piace dare una connotazione locale perchรฉ i luoghi sono la cosa che ti radica alla realtร . Poi nel momento in cui tu ne fai uno scenario, quel luogo entra in una storia. Non ho la pretesa di fare questa grande storia ma, per esempio, Cesare Pavese ha reso immortali le Langhe”.
In effetti sono stato a Santo Stefano Belbo per il Museo di Cesare Pavese. “Esattamente. Se non fosse per Pavese non l’avresti mai intercettata Santo Stefano Belbo. E invece grazie a lui ora la conosci. Poi un posto vale l’altro. Se tu vai a vedere dei luoghi mitici della letteratura americana ti accorgi che sono semplicemente degli incroci di strade”.
La tua identitร musicale, come un mosaico, sembra essere composta da vari tasselli: c’รจ il punk, il metal, il blues e l’elettronica. Quali sono i tuoi primi ricordi legati alla musica? “Un pomeriggio intero, facevo le elementari, passato al cinema pagando uno spettacolo e vedendone tre e il film era ‘Grease’. Quindi rock’n’roll. Era ancora il tempo di quando i ragazzini non dovevano rendere conto ai genitori di dove erano e non esistevano i telefoni. Poi ricordo che in un’area di servizio vidi una cassetta con della gente che era vestita piรน o meno come quelli di ‘Grease’ e quelli erano i Ramones. E da lรฌ le mie gite scolastiche delle elementari le passai ad ascoltare i Ramones. Poi ricordo i primi dischi grandi, gli LP, dei Pink Floyd e dei Police”.
“Poi – continua – sentivo molto una cassetta dei Dire Straits, solo che avevo un walkman con le pile sempre scariche. Mi piaceva quel suono particolarmente distorto dei Dire Straits ma poi ho scoperto che quel suono distorto dipendeva dalle batterie. Allora sono passato agli Iron Maiden ed รจ iniziata la fase heavy metal. Ho ascoltato heavy metal fino ai diciassette-diciotto anni. E poi siccome non esistevano gli algoritmi che conoscevano i tuoi gusti allora sono riuscito anche a cambiarli e ho comprato roba che all’inizio mi faceva schifo come Tom Waits o Lou Reed”.
E il blues? “Sempre in questo periodo. Merito di Tom Waits. Spesso lui andava a ritroso citando John Lee Hooker o Howlin’ Wolf, che all’epoca ignoravo”. Alla fine sei arrivato nel Delta del Mississippi? “Sรฌ. E ci ho sguazzato una decina d’anni pieni”.
E invece Paolo Conte? “Paolo Conte รจ una costante della mia vita. Una costante che mi ritrovo dietro casa. E’ di Asti. Non รจ per campanilismo, ma รจ un grandissimo maestro. Riuscรฌ anche ad arrivare a colpire i gusti di me bambino con ‘Azzurro’. Crescendo, รจ sempre rimasto come una costante. Anche quando sentivo metal-punk, Paolo Conte era l’unico personaggio che rimaneva come una stella fissa. Ha costruito un mondo e lo ha reso mitico. Asti รจ la cittร di Paolo Conte”.
Tu hai anche insegnato? “Sรฌ”. Al liceo? “In Istituti superiori”. Com’era il Succi professore? “Stronzissimo”.
Com’รจ nata questa passione per la filologia romanza? “E’ nata sui banchi di scuola. E poi affrontandola all’universitร . Ho sempre avuto una passione per la letteratura epica e per il Medioevo come periodo storico. E’ una passione che รจ nata approfondendo la storia della lingua italiana, dalle lingue neo latine, dai poemi cavallereschi e cosรฌ via. Una passione quasi inconfessabile. Rischi di essere etichettato neanche come nerd ma proprio come stronzo. Sembra quasi un affronto avere una passione del genere, in un paese con il culto dell’ignoranza. Infatti non lo dico troppo apertamente ma sรฌ, mi piacciono queste cose”.
Mi ha colpito poi la tua passione per Giorgio Caproni. Su YouTube in questi giorni ho trovato una vecchia intervista di Caproni in cui lui se la prende con la parola.
“Alla parola – dice Caproni – io do un senso negativo. La parola limita. La parola รจ una mistificazione, una simulazione della realtร , se la realtร esiste”.
E’ questo uno degli aspetti che ti piace di piรน di Caproni? “Sรฌ. Mi piace in Caproni anche l’asciuttezza a cui รจ arrivato alla fine della sua carriera. Uno che ha scritto per cinquantasei anni senza smettere mai. E in questi cinquantasei anni lo vedi evolversi. Non ripetersi mai, eppure sempre riconoscibilissimo. Un percorso molto interessante. Caproni incarna questa vita dedicata sommessamente a questa cosa che non sappiamo neanche cos’รจ che รจ l’arte della parola. Lui non voleva neanche essere chiamato poeta. E’ sicuramente uno dei miei maestri”.
Tornando invece all’album. Ci sono differenze musicali tra “Carne cruda a colazione” e “Con Ghiaccio”? A me “Carne cruda a colazione” sembra forse piรน elettronico. “Sรฌ. Andando per paradossi รจ piรน elettronico e piรน acustico. Le parti delle percussioni, per esempio, sono acustiche e fatte di strumenti impropri come padelle. C’รจ anche molto piรน basso acustico. C’รจ la chitarra acustica. Paradossalmente si sono estremizzati i lati del ventaglio. C’รจ piรน acustica e piรน elettronica. L’ingegnere del suono che ha prodotto entrambi i dischi รจ Ivan Antonio Rossi, non a caso รจ sia un mago dell’elettronica sia un mago della ripresa del materiale persuasivo acustico. Lo abbiamo sfruttato al cento per cento”.
Ci sono molti aneddoti particolari legati alle registrazioni dei dischi passati. Invece per quest’album non mi sembra abbiate utilizzato tecniche particolarmente perverse per la registrazione. “Segno dei tempi. Non frega piรน niente a nessuno. Ti puoi anche appendere a testa in giรน e fare la supercazzola piรน incredibile ma tanto non frega piรน niente a nessuno. Doveva uscire il vinile e non รจ neanche uscito il vinile. Ti dico solo che l’album รจ uscito prima in digitale e poi forse usciranno i cd. Una resa totale, quindi, al mondo dell’impalpabile”.
“Algoritmo” รจ una resa totale o una canzone che vuole prendere le distanze da questo mondo? “Non cerca di prendere le distanze, anzi, cerca di arrivare a un compromesso. Io non li ho mai incontrati gli algoritmi ma loro sicuramente hanno incontrato me. Sono sicuro che io per loro, per gli algoritmi, rappresento un problema perchรฉ non sanno dove catalogarmi, dove mettermi. Non sanno in che playlist mettere Succi. Non sono un prodotto da banco”.
“Ma io – ride – sono pronto a trattare. Ho fatto un pezzo proprio per loro. Parla la lingua dei robot. Ho cercato di parlare la lingua del nemico per farmi capire”.
Il video รจ molto bello, girato tutto in piano sequenza con una GoPro. Com’รจ nata l’idea? “Massimo Dolce – mi spiega – che si occuperร del tour, ha coinvolto vari personaggi della zona tra cui il regista nonchรฉ fotografo che รจ Luca Deravignone. E Luca ha avuto questa idea di video in piano sequenza. Il piano sequenza in miei precedenti esperienze รจ sempre risultato alla fine un vorrei ma non posso. E invece questa volta mi sono dovuto ricredere. Un uovo di Colombo. Quindi complimenti a Luca Deravignone per il video”.
Anche “Black Metal รจ il mio folk” ha un gran video.
“L’ho fatto io. L’ho firmato con lo pseudonimo Solingo De Pena, in omaggio a Katon W. DePena il primo, credo, cantante metal afroamericano. Sta perfettamente nel quadro di ibridi che รจ quell’album (‘Necroide’ dei Bachi Da Pietra, ndr)”.
Com’รจ finita una canzone dei Bachi da Pietra, “Casa di Legno”, nella colonna sonora di “Sons of Anarchy”?
“Semplicemente con una mail che stavo per sbattere nello spam. Sai non รจ molto credibile una produzione hollywoodiana che ti scrive perchรฉ vuole un tuo pezzo”.
Sembra la mail “Hai vinto un miliardo di euro clicca qui…”. “Esatto” ride.
“Invece – continua – ho googlato i nomi e ho capito che era una mail vera. Li ho contattati ed รจ nata la collaborazione. Confesso che non conoscevo la serie. Poi l’ho vista ma…. non sono arrivato alla fine”. Vuoi che ti spoilero il finale? “No, non dirmelo che magari se resto a casa con la prossima influenza mi viene voglia di vedermela”.
“Casa di Legno” รจ finita nella scena dove viene ucciso Henry Rollins. Che vi ha fatto di male? “Lo abbiamo ammazzato subito, incredibile. Sono suo fan da tempo. Vedere che c’era lui nella stessa scena della mia canzone รจ stato davvero straordinario”.
L’attitudine dei Bachi da Pietra secondo me รจ perfetta per le colonne sonore. Prima o poi lavorerete per una colonna sonora qui in Italia?
“Ma vedi – mi spiega – in Italia non funziona come nei tanti vituperati Stati Uniti d’America dove il produttore in persona scrive a me (che sono il signor nessuno in Italia) per avere una tua canzone nella sua serie. In Italia devi essere amico di.. parente di… nelle maniche di… Noi non siamo nelle maniche di nessuno. Perรฒ spero di essere smentito dai fatti, un giorno. Mi piacerebbe molto e in passato l’ho fatto per il teatro”.
Poi azzarda il romanesco: “In Italia sarebbe finito cosรฌ: anvedi ‘sto pezzo, c’รจ n’amico mio che me lo suona uguale qua e mi costa zero”.
Nel video di “Balene per me” compare all’improvviso il libro di “Moby Dick”. “Anche ‘Pinocchio’…”.
Ma esiste un collegamento della canzone con “Moby Dick” o รจ solo un gioco? “No, solo un gioco. Se vuoi essere proprio raffinatissimo ti posso dire che anche ‘Moby Dick’ รจ la ricerca di qualcosa che sfugge. Perรฒ nell’abbassamento del rock’n’roll questa cosa diventa anche la balena di ‘Pinocchio’ che ti mangia”.
Chi รจ invece il Lupo De Lupis che citi nei ringraziamenti? “Ti ringrazio per la domanda. Sai che a me piacciono le citazioni colte – e scoppia a ridere – Lupo De Lupis era un cartone di quando ero bambino. Cartone doppiato dal grandissimo Alberto Sordi per rimanere nel romanesco. Lui era un lupo buono ma quando i bambini lo vedevano scappavano terrorizzati. Lui era davvero buono e non gli avrebbe mai fatto del male ma la gente reagiva in questo modo. Io mi sento molto Lupo De Lupis”.
Perchรฉ? “Perchรฉ appaio piรน terribile di quello che sono. Non piรน stronzo eh, perchรฉ forse stronzo lo sono ancora di piรน. E’ vero che mangio la carne cruda a colazione ma di solito sono sazio”.
In effetti avevo paura di questa intervista. Perรฒ… non รจ andata male. “Spesso nelle interviste mi si propone un minuetto di falsitร . Minuetto che tu devi decidere se giocare oppure se essere autentico e mostrarti come sei veramente. Tu vuoi intervistare me? Mi vuoi prendere come sono o devo fingere? La vita รจ troppo corta per essere falsi. Anche basta. Se va bene รจ cosรฌ o arrivederci e grazie. A volte risulto antipatico, lo so, lo sono. Non lo faccio per mancare di rispetto a chi interloquisce con me, al contrario: mi trovi autentico per il rispetto che ti porto”.
Secondo me siamo andati bene dai… “Molto bene Gianluca, grazie, รจ stato davvero un piacere”.
Le date del tour:
01/11 Asti – Diavolo Rosso
11/11 Cremona – Osteria del Fico
22/11 Torino – Spazio 211
06/12 Colle Val D’Elsa (SI) – Bottega Roots
13/12 Bologna – Mikasa
14/12 Roma – ‘Na Cosetta
15/12 Avellino – Godot Art Bistrot
17/01 Milano – Circolo Ohibรฒ
18/01 Buja (UD) – Circolo Henry Chinaski c/o biblioteca
24/01 Savona – Raindogs House
07/02 Cavriglia (AR) – Officina Klee
08/02 Grosseto – Spazio 72
RADIO BLITZ. LE INTERVISTE.
- Lโaltra faccia del rap: Murubutu.
- Murubutu e il nuovo album: โTenebra รจ la notteโ.
- Rancore e il codice dellโHermetic Hip Hop.
- Rancore, lโArgento Vivo di Sanremo.
- Arcade Boyz: โIl meglio e il peggio del rap (e della trap)โ.
- Chi รจ LIBERATO? Lโintervista a Gianni Valentino.
- Il Muro del Canto: musica popolare romana contro lโindifferenza.
- Cor Veleno: lo spirito di Primo suona ancora.
- Madame: โSciccherieโ contro i clichรฉ.
- Mokadelic: la colonna sonora di Gomorra e non solo.
- Livio Cori: da Sanremo a Montecalvario.
- Tre Allegri Ragazzi mortiโฆ senza maschera.
- Suburra, chi รจ Samurai? LโINTERVISTA a Francesco Acquaroli.
- Salmo e il video di Lunedรฌ. LโINTERVISTA ai registi โYouNuts!โ
- Picciotto tra nuovo album, Palermo eโฆ Calcutta LโINTERVISTA.
- SPECIALE Terremoto LโAquila 2009-2019, lโintervista a Massimo Cialente.
- SPECIALE Terremoto LโAquila 2009-2019, lโintervista a Mario Tozzi.
- En?gma e โBoorianaโ. Lโintervista: โIl mio nuovo album tra Sardegna, Ninjutsu eโฆ Henrik Larssonโ.
- SPECIALEย Terremoto LโAquila 2009-2019, intervista a Maurizio Pignone (INGV).
- LโAquila โ Grandi Speranze, DโAlessandro (Pd): โUna fiction troppo finta per un dolore realeโ.
- Vincenzo Maisto, lโintervista al Signor Distruggere: โLa mia pagina tra mamme pancine, nazi-vegani eโฆ terrapiattistiโ.
- LIBERATO: lโalbum e le nuove canzoni. LโINTERVISTA a Gianni Valentino.
- Elvis Esposito, chi รจ lโattore dei video di LIBERATO tra Maradona eโฆ Denzel Washington LโINTERVISTA.
- Brusco e la canzone per Daniele De Rossi L’INTERVISTA.
