Quando si va a un concerto rock, ci si aspetta di vivere un’esperienza memorabile e di assistere a uno spettacolo lungo e coinvolgente. A volte però le cose non vanno come previsto. Ecco allora un elenco, parziale, di alcuni dei concerti rock più disastrosi, interrotti e mai più ripresi per i motivi più assurdi e imprevedibili. La lista potrebbe essere lunghissima, quindi diciamo subito che ho voluto evitare tutte le vicende disastrose che hanno coinvolto morti, sul palco e tra il pubblico. Viene ad esempio alla mente il concerto degli Eagles of Death Metal al Bataclan di Parigi nel 2015, tristemente celebre per l’attacco terroristico, come anche quello di Ariana Grande a Manchester nel 2017.
Ma ci sono stati anche concerti interrotti bruscamente per il cedimento delle strutture del palco: nel 2023, ad esempio, un concerto dei Morbid Angels in Illinois venne travolto da una tempesta particolarmente violenta, che fece crollare la copertura del palco sul pubblico, provocando un morto e diversi feriti. E ci sono concerti tragicamente noti per la morte improvvisa degli artisti sul palco: uno fra tutti, quello dei Morphine a Palestrina nel 1999, dove il cantante e bassista della band Mark Sandman morì sul palco nel bel mezzo dell’esibizione per un attacco cardiaco. Costruire un articolo su queste tragedie, e molte altre simili, mi sembrerebbe un atto di sciacallaggio, mentre lo scopo reale di questi articoli è proporre pretesti per ascoltare buona musica, magari raccontando aneddoti più o meno famosi. Alcuni concerti, inoltre, sono stati interrotti da intemperanze fra il pubblico, ma spesso poi sono stati ripresi e quindi non rientrano nel nostro elenco.
Un esempio è il concerto dei Dropkick Murphys a Roma nel 2012: lì alcuni esponenti di CasaPound crearono tafferugli nel pubblico. I musicisti interruppero il concerto, intervenne la polizia, ma dopo diversi arresti, la band tornò sul palco e portò a termine l’esibizione. Diverso fu il caso dell’unico concerto in Italia dei Led Zeppelin, il 5 luglio 1971 a Milano. Lì la polizia caricò e lanciò fumogeni, costringendo la band a interrompere il concerto dopo soli sei brani, circa 25 minuti. I resoconti sono frammentati: c’è chi racconta di facinorosi che tentarono di entrare gratis con la forza e chi, inclusa la band, racconta di una “reazione” eccessiva delle forze dell’ordine, che spararono lacrimogeni anche sul palco. Ma veniamo alle scelte che ho fatto per voi per questo articolo, scelte che sottintendono anche un suggerimento ad andare a riascoltare le band e la loro musica!
Uno dei concerti disastrosi più famosi della storia del rock è quello di Frank Zappa and the Mothers a Montreaux nel 1971. Durante l’esibizione, un fan forse troppo entusiasta sparò un bengala contro il soffitto, in una sala stracolma di tendaggi. L’edificio prese fuoco e venne rapidamente evacuato prima che fosse raso al suolo dall’incendio. Curioso è il fatto che lo stesso edificio era stato affittato dai Deep Purple, che dal giorno dopo avrebbero dovuto usarlo per la registrazione del loro album Machine Head. Ian Gillan e compagni assistettero all’incendio dalla finestra della loro stanza d’albergo dall’altra parte del lago e immortalarono la storia nel testo di Smoke on the Water. Esiste anche una registrazione di quella serata, in cui si sente la band di Zappa interrompersi durante un assolo di tastiera, e il chitarrista Mark Volman dire al microfono: “Fire, Arthur Brown in persona”. Poi lo stesso Zappa: “Signore e signore dirigetevi con calma verso le uscite”. I resoconti di alcuni presenti dicono che proprio la calma serafica di Zappa contribuì a fare in modo che l’evacuazione avvenisse in maniera ordinata, senza ulteriori drammi. Al momento dell’incendio, Zappa aveva appena annunciato l’esecuzione di King Kong, brano del 1968 contenuto nell’album Lumpy Gravy, che nel video è proposto dal vivo in una esecuzione del 1968 alla BBC.
Il chitarrista di Zappa lo ha nominato, ed eccolo qui: Arthur Brown in persona! Nel 1970 era già famoso per la sua hit Fire e anche per la grande teatralità nei suoi spettacoli con la sua band The Crazy World of Arthur Brown. Già all’epoca, infatti, era solito pitturarsi la faccia, indossare costumi sfarzosi e uno speciale elmetto su cui accendeva un fuoco durante l’esecuzione di Fire: tutte cose che fa ancora oggi, alla tenera età di 82 anni! All’epoca però, in una sorta di rituale sciamanico, si lanciava spesso anche in uno spogliarello. Non è ben chiaro quindi se ciò che accadde sia stato motivato dallo spogliarello o dal fuoco sull’elmetto… Sta di fatto che il festival Palermo Pop 70, alla sua prima edizione, era enormemente popolato di poliziotti, anche in borghese, che non aspettavano altro che un “momento di gloria”. E il momento arrivò, proprio durante l’esecuzione di Fire di Arthur Brown: i carabinieri salirono sul palco, interruppero il concerto e arrestarono Arthur Brown, trattenendolo in isolamento per quattro giorni.
Altro concerto interrotto dall’intervento della polizia, che arresta Jim Morrison durante l’esibizione, che diventa probabilmente la prima rockstar della storia ad essere arrestata sul palco. Prima dell’inizio del concerto, Jim Morrison si stava intrattenendo con una ragazza nelle docce dei camerini. Un poliziotto, pensando che si trattasse di due giovani che si erano intrufolati, intimò loro di andarsene. Morrison ovviamente si rifiutò e il poliziotto gli spruzzò lo spray al peperoncino in faccia. L’incidente venne più o meno chiarito e la band salì sul palco. Arrivati al quinto brano in scaletta, Back Door Man, Morrison inizia uno dei suoi tipici monologhi, stavolta però raccontando al microfono l’accaduto e definendo il poliziotto “un piccolo uomo blu, con un cappello blu, un piccolo maiale blu”. Il tastierista Manzarek, che già aveva criticato l’immagine di Jim Morrison dipinta da Oliver Stone nel famoso film sui Doors, ricorda che a quel punto il cordone di sicurezza della polizia si volta verso il palco, fissando la band. Le luci si accendono e alcuni poliziotti salgono sul palco. I pochi spezzoni video e le foto mostrano Morrison che offre il microfono agli agenti e poi si fa arrestare senza opporre resistenza. Verrà invece accusato di istigazione alla rivolta, resistenza all’arresto e atti osceni. Nel video, i Doors eseguono Back Door Man dal vivo all’Isola di Wight nel 1970.
Un caso ben diverso, conclusosi fortunatamente senza gravi conseguenze, caratterizzò la performance dei Black Sabbath a Milwakee nel 1980. Alla fine del terzo brano della scaletta, una bottiglia scagliata dal pubblico colpisce in testa il bassista Geezer Butler, che sviene e viene immediatamente trasportato in ospedale. Il pubblico forse si era innervosito per la lunga attesa fra la fine dell’esibizione dei Blue Oyster Cult che aprivano la serata e l’arrivo dei Black Sabbath. Lo stesso Geezer Butler ha dichiarato che è impossibile che il lancio della bottiglia fosse deliberatamente mirato a lui o a chiunque altro sul palco: “Le luci erano spente, quindi a meno che il tizio non fosse una sorta di incredibile quarterback, non so come avrebbe potuto colpirmi di proposito”. Ad ogni modo la band dovette interrompere il concerto, e la folla andò fuori di testa e cominciò a distruggere tutta l’arena. Neon Knights, tratta dall’album Heaven and Hell del 1980, con Ronnie James Dio alla voce, fu l’ultimo brano che i Black Sabbath riuscirono ad eseguire quella sera, ed è il brano che vi propongo nel video.
Quello che avvenne nel 2010 al concerto dei Kings of Leon a St. Louis ha invece dell’incredibile. Il palco su cui si esibirono venne letteralmente infestato dai piccioni, che lo trasformarono per così dire nel loro gabinetto privato. Già le due band di apertura avevano dovuto subire la pioggia di escrementi, con i piccioni che sembravano in particolare prendere di mira la postazione del bassista. Quando i Kings of Leon salirono sul palco, riuscirono ad eseguire solo tre brani della scaletta prevista. In quel breve lasso di tempo, i piccioni avevano deciso di liberarsi decisamente del loro peso. In particolare il bassista era stato bersagliato già diverse volte, e un “proiettile” lo aveva raggiunto vicino alla bocca. Così il concerto venne interrotto per una della motivazioni più bizzarre che si possano immaginare! Nel video, i Kings of Leon eseguono dal vivo, al festival Lollapalooza, nel 2014, una delle loro maggiori hit: Pyro, tratta dall’album Come Around Sundown del 2010.
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