«Il nostro sogno è schiattare sul palco». Lo rivelano a “Vanity Fair” i Pooh che, dopo aver ufficializzato a maggio scorso l’uscita di Stefano D’Orazio e aver pubblicato la raccolta “Ancora una notte insieme” hanno passato tutta l’estate in tour. L’ultimo concerto della band più amata dagli italiani si terrà il 30 settembre a Milano al Forum di Assago.
Sarà l’ultima notte insieme? Ne parlano a cuore aperto al settimanale i tre superstiti del quartetto: Roby Facchinetti il tastierista, 65 anni, Dodi Battaglia 58, il chitarrista e Red Canzian 57, il bassista. D’Orazio, due giorni prima del servizio, ha rinunciato a posare. I Pooh vanno in pensione? Dodi risponde di non sapere. Red: «Cinquanta per cento andiamo avanti, cinquanta finiamo qui». Roby: «La voglia di continuare c’è dobbiamo capire come. Abbiamo bisogno di nuovi stimoli, grandi progetti, cose mai fatte prima. Non stiamo cercando un nuovo batterista».
Parlate di stimoli: per esempio? Roby: «Lavorare con i più grandi musicisti internazionali. Abbiamo una storia da difendere: per continuità e qualità, pochi hanno fatto come noi». La decisione di Stefano l’avete condivisa? Red: «Non è un’operazione di marketing, come ha insinuato qualcuno. Abbiamo dovuto condividerla per forza. Altrimenti l’avremmo offeso. E noi siamo suoi amici sul serio». Dodi: «Non la capisco, ma la rispetto». Roby: «Gli auguro che sia veramente profonda e sentita». Secondo voi lo è? Roby: «So solo che avremmo voluto dividere con lui anche il finale dei Pooh».
Dodi: «Avremmo potuto chiudere con il cinquantennale, nel 2016». Roby: «Noi tre e il pubblico meritavamo altro da Stefano». Red: «Ragazzi, la sua è una scelta, non un colpo di testa. Ci ha comunicato le sue intenzioni due anni e mezzo fa. Noi ci abbiamo convissuto fino a quando non sono circolate le prime voci che parlavano di litigi, avvocati e buonuscite milionarie. Solo allora abbiamo deciso di dire tutto. Per evitare che si sporcassero 43 anni di storia impeccabile. Non abbiamo litigato: Stefano si è stufato. Tutto qui».