SALISBURGO – Dopo il trionfo di Macbeth, Riccardo Muti e’ tornato al suo amato Verdi dirigendo oggi a Salisburgo la Messa da Requiem, capolavoro di ispirazione sacra scritto da Verdi nel 1874 per la morte di Alessandro Manzoni. Esecuzione memorabile, musica grandiosa, cantanti eccezionali e un duo – Muti e i Wiener Philharmoniker – invincibile, che ha dato tutto e ci ha messo l’anima fino all’ultima nota. Senza fiato durante quasi due ore di esecuzione, il pubblico alla fine e’ scattato in un lungo boato liberatorio: cori di bravo, standing ovation, applausi senza fine.
Un Requiem cosi’, per il quale Muti ha gia’ incassato quest’anno due Grammys, non lo si sente tutti i giorni: un nettare raro, degno della musica e del testo straordinario che lo compongono. Il Grammy, massimo riconoscimento mondiale per la musica, Muti lo aveva vinto con la sua Chicago Symphony Orchestra (Cso), la grande compagine americana di cui ha assunto la direzione un anno fa, e un cast leggermente diverso. I cantanti oggi erano il soprano bulgaro Krassimira Stoyanova, il mezzosoprano russo Olga Borodina, il tenore Albanese Saimir Pirgu e il basso russo Aildar Abdrazakov. Nel Cd del Grammy il soprano e il tenore sono invece gli italiani Barbara Frittoli e Mario Zeffiri. Cast davvero d’eccezione con voci tutte all’altezza di questo Requiem. I cantanti sono riusciti a fluttuare fra i pianissimo e i fortissimo con grazia soave e volume poderoso, conservando purissima e comprensibile la dizione del testo latino. Dai momenti di terrore incombente del ‘Dies irae’, alla preghiera celestiale del ‘Libera me’ con cui si chiude il Requiem: un’altalena di colori e emozioni. Superlativo anche il coro della Staatsoper di Vienna diretto dal maestro Thomas Lang, riuscito anche lui a salvare la perfetta intelligibilita’ e pronuncia delle parole. Dal podio Muti ha diretto con impeto e lievita’, guidando quasi a occhi chiusi i Wiener Philharmoniker, che lo seguono ormai ciecamente. Pubblico conscio di avere assistito a qualcosa di davvero speciale, oscillante fra l’ammutolito e lo scatenato. Come tutte le altre esibizioni di Muti al Festival, anche questo concerto (replica domani) era tutto esaurito.
Per accontentare le tante richieste, erano anche state montate oggi nel Grosses Festspielhaus altre sei file di sedili nella ‘buca’ dell’orchestra, che era schierata sul palco. Esauriti anche da mesi i biglietti per tutte le otto recite del Macbeth (la prima e’ stata il 3 agosto). E idem per i prossimi due concerti di Muti con la Cso, che e’ peraltro quest’anno debutta in tournee col maestro. I concerti sono il 26 e 27 e hanno programmi diversi: Bernard Rands, Strauss e Sciostakovic il primo; Hindemith e Prokofiev il secondo. Fra concerti e opera, Muti e’ quest’anno il direttore piu’ attivo al Festival. E il piu’ richiesto, considerato anche che dall’anno prossimo, come ha lui stesso annunciato, non intende dirigere piu’ opere a Salisburgo (ma solo a Roma e con la Cso): una ‘minaccia’ pero’ alla quale il Festival si rifiuta assolutamente di credere.
