

ROMA –ย Il 15 marzo รจ uscito “TeRAPia” (“Mandibola records”), il nuovo album di Christian Paterniti aka “Picciotto”. Nel dicembre del 2017 hai vinto il premio nazionale โMusica Contro Le Mafieโ con la canzone โAmarcord 2.0โ dove dicevi “Non ci guadagno soldi e mi chiedono perchรฉ lo faccio…”. Qual รจ la tua risposta ora? Perchรฉ lo fai? “Perchรฉ mi brucia ancora – mi risponde – In realtร scrivere e comunicare รจ una questione di esigenza. E credo che sia il motore che fa poi muovere le cose. Anche se poi questa domanda me la continuo a fare anche dopo ‘Amarcord 2.0′”.
Come ti sei avvicinato al mondo della musica? “In realtร – mi risponde – in piazza attraverso i ‘sound system’. Non sono un ‘rappuso’. Non vengo dal mondo ‘Hip Hop’. Arrivo alla musica attraverso la politica. Sfrutto la musica per amplificare le istanze che portavamo nelle piazze. La musica poi รจ diventata il mio lavoro, non solo come ‘Picciotto’ ma anche come operatore sociale. Uso la musica e lo sport per lavorare nelle scuole nei progetti contro la dispersione scolastica”.
“TeRAPia” รจ un concept album dove si mischiano vari generi. In “Terapia popolare” dici “mi trovi tra le neomelodica e l’hardcore”. Sei lรฌ, tra la neomelodica e l’hardcore? “Sรฌ, sรฌ. Sono lรฌ – mi spiega – Mi ci rivedo in toto. Ho provato a essere piรน trasversale possibile e questo devo dire che รจ stato un grande rischio. Oggi siamo piรน fossilizzati sul genere. Chi esce dallo schema rischia di perdere i vecchi fan e di non conquistare quelli nuovi. Perรฒ devo confessarti che a ‘sto giro me ne sono un po’… sbattuto. Ho tolto ogni tipo di sovrastruttura mentale. Mi piaceva come stimolo riuscire a giocare con beat diversi, con mood opposti tra di loro. Il ‘concept’ di ‘TeRAPia’ รจ l’analisi. E tu quando vai in analisi tiri fuori tutti i mostri che hai dentro che tra loro sono molti diversi”.
L’album quindi nasce come una analisi di te stesso? “Avevo bisogno di uno specchio di carta – mi spiega – poi man mano che ho cominciato a scrivere mi sono reso conto che le mie paturnie sono abbastanza similari a quelle dell’essere umano in generale”. Qual รจ la caratteristica che unisce tutte le canzoni? “La messa in discussione. La domanda. Il volersi chiedere le cose e non accontentarsi della risposta piรน scontata o dello slogan che io stesso ho usato per molto tempo per arrivare piรน diretto alla pancia dell’ascoltatore. A ‘sto giro invece avevo bisogno di argomentare meglio la complessitร , umana e politica, che stiamo vivendo”. Da qui anche la copertina dell’album? “Esatto. Chi lo acquisterร potrร vedere che la copertina รจ un incipit che poi dentro si sviscera ancora meglio graficamente. L’immagine della copertina alla fine viene ribaltata”.

L’album si apre con “Illusione”. Una canzone contro le varie sovrastrutture che ci circondano. Come mai hai deciso di metterla all’inizio? “L’ho messa all’inizio perchรฉ รจ che quella che mi rappresenta di piรน in questo momento. In veritร non doveva essere la canzone iniziale. L’album si sarebbe dovuto aprire con ‘Come stai’. Ma sarebbe stato… sbagliato. Ho voluto essere sincero con me stesso. E’ stata una scelta dettata dal cuore e presa con ‘Gheesa’ che l’ha prodotta”. Quali sono le tue illusioni? “Sono tante. La prima, su tutte, รจ quella di poter pensare di poter fare musica restando a Palermo. A Palermo ci resto. Ma pensare di vivere con la musica piรน che una illusione รจ… una utopia”.
“Poi – continua – c’รจ da dire che ormai la stragrande maggioranza degli artisti, ma non solo nel mondo della musica, รจ un’artista perchรฉ puรฒ permettersi di farlo. E questa รจ una cosa che dico con una puntina di invidia perchรฉ spesso chi ha la famosa fame e magari ha piรน cose da dire si ritrova genitore a dover fare da genitore ai propri genitori. Parlo del mio caso ma non solo. O magari si ritrova a dover fare tre o quattro lavori precari per fare musica. E questo naturalmente ti leva tante energie. Riuscire ancora a farcela รจ bello. Chi ha ancora la voglia di ascoltarti percepisce la genuinitร . Il problema รจ che poi devi informarti, studiare, continuare a ricercare, a innovare… ma dove vai – e qui scoppia a ridere – se devi lavorare”.
Nella canzone dici “il popolo crede agli illusionisti”. Chi sono gli illusionisti di oggi? “I politici. Tutti. Mi riferisco a loro. Poi ci sono anche tanti colleghi musicisti. Ci sono i reality. Tutti coloro che ti fanno credere che lรฌ fuori ci sia un bel mondo e che ce la puoi fare anche tu. Un po’ quello che negli anni ’80 ha fatto Berlusconi in Italia con la televisione facendo credere alle donne che potevano fare una bella vita guardando le telenovela e agli uomini che dovevano diventare imprenditore di se stessi. Oggi si illudono le persone con ‘il tuo problema รจ il tuo nemico’. Ti fanno credere che non รจ colpa tua ma… colpa sua. Che devi difenderti dal tuo vicino di casa. Sia esso del Sud o sia esso di colore. E la gente abbocca perchรฉ c’รจ disinformazione. I social hanno trasformato quest’epoca in una epoca asociale”.
“…Studia le tue radici, il tuo mare, i sacrifici da fare per restare nella tua terra, anche senza immigrati la tua vita magari รจ una merda. Cresci!”. Da dove viene questa frase? “E’ facile dare la colpa al prossimo – risponde – ma la colpa al prossimo si dร per le proprie frustrazioni e le proprie insoddisfazioni. In questo momento รจ colpa degli immigrati. In Italia adesso qualsiasi cosa succede รจ colpa degli immigrati. La vita magari รจ una merda anche perchรฉ forse queste famose alternative non esistono. Questo stile di vita รจ stato imposto. Dire ‘me ne vado’ poi รจ troppo facile. E’ troppo facile dire: รจ colpa di Palermo se non trovo lavoro. O colpa di Milano perchรฉ c’รจ troppo smog e allora non riesco ad emergere. In fondo chi cambia cittร รจ chi non sa cambiare se stesso”.
“Come stai” e “Hashtag la Victoria”. Queste due canzoni sembrano unite da un unico filo conduttore. Una superficialitร di base nei rapporti con gli altri e con se stessi. “Sรฌ – mi spiega – C’รจ una noia di base. Il filo conduttore รจ la noia. La mancanza che avverto di un po’ di socialitร genuina.’Come stai’ parla proprio dell’impresa ormai del riuscire… all’uscire – e ride – Quando esco di casa mi annoio da morire. E vedo che i miei coetanei sono ancora piรน tristi perchรฉ devono fare un mutuo per pagarsi l’alcol. Il che mi rattrista ancora di piรน. Ma anche quando resti a casa non sei solo. Sei connesso con tutto il mondo. Ma sei sempre a casa. Sei solo. Ti illudi di avere cinquemila amici perchรฉ un profilo social ti dice questo”.
“Tutto questo – continua – la piazza che viene meno, le alternative sociali che non ci sono piรน e i social hanno fatto nascere questi due brani”.
Com’รจ nata la collaborazione con Roy Paci? “E’ nata per caso. L’anno scorso ci siamo ritrovati a Sanremo. Dopo la mia vittoria di ‘Musica contro le mafie’ lui รจ stato uno dei primi a scrivermi e a complimentarsi. Io ero al ‘Festival’ per la premiazione e lui invece stava partecipando. Abbiamo chiacchierato. Poi c’รจ da dire che da un anno anche Roy รจ un palermitano acquisito e quindi la collaborazione รจ venuta naturale. Lui poi รจ stata l’ultima collaborazione dell’album. La piรน faticosa perchรฉ lui poi รจ impegnatissimo. Proprio qualche giorno fa stavamo a pranzo insieme. E’ un fratellone…”. “Capitale” รจ dedicata a Palermo. La canzone รจ stata anche scelta come โinno di Palermo Capitale della Cultura 2018โ.
Com’รจ nata la canzone? “E’ nata lontana da Palermo – mi spiega – Stavo ragionando se fosse giusto continuare a fare il martire della societร . Per analizzare le cose a volte hai bisogno di allontanarti. Ero a Napoli. Guardavo il mare e pensavo al mare di Palermo. Mi รจ venuta in mente questa immagine di una donna bellissima che poi, conoscendola, scopri che in realtร รจ piena di cicatrici. E queste cicatrici perรฒ ti fanno innamorare ancora di piรน. E allora decidi che allora รจ la tua donna. Cosรฌ sono tornato”.
“L’album – spiega – nasce con questa canzone. E la mia permanenza a Palermo anche. Non a caso รจ diventata inno di ‘Palermo Capitale della Cultura’. Io, parlando di Capitale, perรฒ non mi riferivo affatto al premio ma alla cittร come ‘capitale dell’accoglienza’ e alla ‘pena capitale’ che subisci restandoci”.
Ho letto che da dieci anni tu occupi di laboratori di scrittura creativa incentrati sul rap lavorando nelle scuole e in diversi quartieri popolari di Palermo. Cosa ti ha insegnato questa esperienza?
“E’ il 50% della mia vita – mi spiega – E’ una cosa iniziata per gioco ma che poi si รจ connessa con la mia attivitร musicale. La demo del mio primo album รจ finita per sbaglio, circa dodici anni fa, in una associazione dello ‘Zen 2′. Mi chiesero di fare una canzone con le interviste ad alcuni pre-adolscenti. Da lรฌ nacque il laboratorio di scrittura creativa che all’epoca non faceva nessuno. Negli anni ho affinato le tecniche ed รจ diventato il mio lavoro. Mi chiamano in tanti quartieri per, cosรฌ dire, a rischio. E’ un progetto che ho portato anche in un carcere minorile. E raccolgo tante storie e immaginari da costruire. Questi ragazzi sono quelli che mi stanno piรน a cuore perchรฉ loro avranno sulle spalle le sorti di questo paese. Dovranno sopportarlo e supportalo. Io vengo dai centro sociali. Da una socialitร diversa. Oggi vedo che questo non esiste piรน se non in piccole sacche di resistenza. Il calcio, perchรฉ alleno dei ragazzini di pomeriggio e la musica sono le mie armi per restare a contatto con i piรน giovani”.
“Come non ho fatto mai”. Il video รจ stato girato durante un tuo viaggio in Libano in due campi profughi palestinesi. Che ricordi hai di questo viaggio? “Credo che sia stata l’esperienza umana piรน forte – mi dice – e non solo per il viaggio. Perchรฉ confesso che ho una atavica – e ride – paura dell’aereo”. “Te ne racconto una su tutte – continua – da allora porto una chiave al collo che mi hanno regalato al campo profughi di Tripoli, in Libano, a pochi chilometri dalla Siria. Quando sono arrivato poco prima un caccia israeliano aveva bombardato proprio quella zona provocando diversi morti. Mi avevano descritto quella zona come una zona d’accoglienza. In realtร , perรฒ, la vera accoglienza l’ho vista nei campi profughi palestinesi dove ci sono sette religioni che convivono. Cristiani e maroniti che facevano laboratorio di danza. Donne col burqa a fianco di donne senza burqa. Tutti chiusi in sette chilometri. E fuori da lรฌ non contavano nulla”.
“Quando alzavo gli occhi al cielo – prosegue – vedevo solo fili elettrici. Perรฒ loro non facevano che ridere. Anche senza telefonini. E quando, stupidamente, gli ho chiesto: ma come fate a non impazzire in questa situazione? Loro mi hanno mostrato questa chiave che รจ la chiave di casa loro tramandata dal ’48 e mi hanno detto: noi ci ricordiamo da dove veniamo. Questo, secondo me, รจ quello che manca al popolo italiano”.
“Oshadogan” รจ una canzone che parla di integrazione. Oshadogan fu il primo giocatore di colore convocato in nazionale. Come mai hai scelto di tirare dentro l’album questa storia? “Io sono un calciofilo. Andrรฒ a Coverciano presto per diventare allenatore di calcio”. Tifi Palermo? “No, il Milan!”.
“Sapevo – continua – questa chicca di Oshadogan. Tutti pensano che il primo sia stato Balotelli. Ma in realtร il primo giocatore di colore convocato in nazionale fu proprio lui. Quando scrissi questa canzone ero sul treno e volevo giocare sui luoghi comuni dell’italiano: Toto Cutugno, gli zingari che rubano i bambini, il terrone che vota Salvini. E ho chiamato ‘Simona Boo’ (Simona Coppola, ndr) con la quale avevo giร collaborato che รจ… una italiana nera. Chi meglio di lei che ha origini nigeriane e brasiliane ed รจ di Napoli. Lei rappresentava lo spirito di questo brano. Il pezzo forse piรน semplice dell’album. Perรฒ quello piรน diretto e di pancia”.ย
In “Lividi” racconti le ultime ore di Stefano Cucchi. “Il brano รจ nato dopo aver visto ‘Sulla mia pelle’. Il film – racconta – ho aspettato per vederlo. Volevo far passare l’enfasi dei primi giorni. Poi quella sera mi girรฒ lo stomaco. La storia, naturalmente la conoscevo. E, visto il mio passato, mi sentivo quasi in debito con la mia coscienza. Questo album, a forza di essere meno diretto rispetto al passato, un pezzo da ‘storytelling’ forte serviva. Sono rimasto fino alle tre sul divano a scrivere. E’ nata l’idea e avevo questo beat. Poi ho chiesto a Davide Shorty e ‘Zulรน’ (Luca Persico dei ’99 Posse’, ndr), uno che viene prima di me e uno dopo, di affrontare il tema dove non abbiamo parlato solo di Stefano ma anche delle altre storie simili”. “Ti svelo – mi dice – che uscirร il video a brevissimo”.
In “Da grande” parli dei trentenni. Come va passati i trenta? “Mamma mia – e qui scoppia a ridere – Voglio un’altra domanda. Sono un vecchio di settant’anni nel corpo di un trentenne che perรฒ รจ convinto di averne diciassette”. E quella frase su Valentina Nappi? Io non posso citarla o “Google” mi penalizza il pezzo. “Un giorno – e ride ancora – spero di coinvolgerla in tutti i sensi. Lei accompagna il mio quotidiano da tanti anni”. “Sogno” contro “Incubo” ha in sรฉ il dualismo dell’album? Il risveglio in una realtร da incubo. “Sรฌ, la individui bene – mi spiega – Il sogno รจ la prima cosa che chiedo ai ragazzi con il quale faccio il laboratorio di scrittura creativa. E parlando con i miei coetanei mi accorgo che sembra quasi una cosa banale. Sembri un cazzone. Ormai devi pensare ai soldi mica ai sogni”. Ti considerano un buonista? “Esatto”.
“Io – continua – ho rischiato di cadere in questo loop del disfattismo, del ‘fa tutto schifo’. E’ vero che fa tutto schifo, ma non ci aiutiamo continuando a fomentarlo. Denunciarlo va bene. Ma se una cosa accanto a te va male o intervieni o ne sei complice. Anche romanticamente ho voluto essere io il sogno che parlava al ‘picciotto’ e gli dico: Ti vengo a prendere ma ci siamo persi. Lasciamo stare il perchรฉ e il come ma cerchiamo di parlarci”.
“Devo dire – continua – che questo รจ il brano piรน hardcore dell’album dove si incrociano due mood opposti con gli stessi accordi”.
In “Colloquio” dici: “Vorrei non dire nulla ma farlo suonare bene… Calcutta”. E qui giร ride. Che ti ha fatto “Calcutta”? “E’ la quarta intervista dove mi chiedono di ‘Calcutta’. Io mi diverto un sacco. Ti chiedo io a te: che definizione dai a questa frase? Da hater o da complimento?”. E’ difficile dirlo. Il gioco รจ quello. “Esatto – mi risponde – Per me รจ cosรฌ. Per me รจ un complimento”. Che poi anche dire che รจ un complimento si trasforma in un’offesa. E’ un circolo vizioso. “Certo. Il gioco รจ quello – mi spiega –ย Mi fa piacere che lo hai capito. Qualche altro giornalista invece mi ha detto di non nutrire simpatie per ‘Calcutta’ e che quindi si รจ rivisto in questa punchline. Qualcun altro invece ha capito che c’รจ il complimento”.
“Io – continua – credo che ‘Calcutta’ piaccia piรน a mia figlia di tre anni che a me. Proprio perchรฉ non capisce i testi e gli resta in testa. Credo che sia un’arte far suonare bene le parole. Io, per esempio, non ci riesco. In questo lo invidio e gli faccio un sano complimento. Poi devo dire che i suoi contenuti dal mio punto di vista lasciano un po’ a desiderare. C’รจ la serie ‘Boris’ che in questo era stata perfetta. Ricordi gli sceneggiatori che quando arrivava la scena piรน scontata iniziavano ad esultare e a dire genio, geniale”. F5? “Esatto” e scoppia ride. “Devo dire – continua – che questo riflette bene come va la musica in Italia”.
Tu in passato hai collaborato con “Murubutu”. Con lui condividi lo stile da “storytelling”. Hai sentito il suo nuovo album? “Si – risponde – l’ho sentito piรน volte. Mi รจ piaciuto tantissimo. Ne ho parlato anche con lui. Alessio per me รจ un maestro. Anzi, il prof Mariani. ‘Occhiali da luna’ รจ il brano che mi รจ piaciuto di piรน”. Quindi: meglio “Murubutu”… o “Calcutta”? “‘Murubutu’ tutta la vita. Cento a zero. Certo che se ‘Murubutu’ sapesse far suonare i suoi contenuti come ‘Calcutta’… a quel punto non sarebbe piรน ‘Murubutu’-‘Calcutta’ ma sarebbe Dio”.
TRACKLIST
01. Illusione (prod. Gheesa)
02. Come stai feat. Dj Delta (prod. Naiupoche)
03. Hashtag la victoria feat. Shakalab & Roy Paciย (prod. Naiupoche)
04. Capitale feat. Gheesa
05. Come non ho fatto mai (prod. Bonnot + Naiupoche)
06. Oshadoganย (prod. Naiupoche)
07. Lividi feat. OโZulรน & Davide Shorty (prod. Bonnot)
08. Ancora vive feat. Simona Boo (prod. Bonnot)
09. Dโamore e dโaccordiย (prod. Naiupoche)
10. Da grande โ Rap Neomelodico feat. Enzo Savastano (prod.ย Naiupoche & NโHash)
11-12. Sogno vs Incubo (prod. Gheesa)
13. Colloquio (prod. Dj Spike)
14. Terapia Popolare (pro. Gheesa).
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