Referendum: anche i Negramaro si schierano per il sì

VENEZIA – ''L'Italia è stanca da morire e dice si, si, si si'', grida Giuliano Sangiorgi dei Negramaro dal microfono. Poi, indossando una maschera antigas 'chiarisce' il concetto: ''vaffa…al nucleare''. Cosi come altri artisti, musicisti e gruppi rock che debuttano in questo periodo nei loro tour, pure i Negramaro per il ritorno sulle scene si schierano apertamente nella campagna referendaria: e lo fanno in grande stile, da headliner della seconda giornata dell' Heineken Jammin' Festival a Venezia.

La band salentina è arrivata al parco San Giuliano di Mestre con una produzione da kolossal e ha messo nel concerto tutta la propria voglia di tornare sul palco dopo la pausa forzata provocata dall'intervento alle corde vocali subito da Sangiorgi.

''Singhiozzo'' il brano d'apertura, poi ''Mentre tutto scorre'', il pezzo che ha dato il successo ai Negramaro, ''Meraviglioso'', ''Solo tre minuti'', ''L'immenso''. E prima dei bis, l'arrivo di Elisa, amica della band, venuta a festeggiare il loro debutto da headliner in una grande manifestazione con ''Basta così'', il bellissimo duetto inciso con i Negramaro, e ''Ti vorrei sollevare'', il pezzo del suo repertorio inciso con Giuliano Sangiorgi (concluso con una coda occupata da una rilettura di ''Whole Lotta Love'' dei Led Zeppelin), in un momento che lo stesso Sangiorgi ha definito ''il più alto del concerto''.

Un concerto ricco di echi dei Pink Floyd e U2, omaggiati con una citazione di ''Where The Streets Have No Name'', di momenti di elettronica, chitarre incessanti e quei ritmi spezzati tipici della band che dal vivo sembra procedere per accumulazione. Prima dei Negramaro, Fabri Fibra ha confermato di essere uno dei nuovi protagonisti della musica italiana: da artista di nicchia per il suo atteggiamento furiosamente iconoclasta e per i testi ai limiti del codice penale, è ormai diventato un personaggio trasversale sul piano musicale e generazionale e che può contare su un entusiasta seguito femminile. Fabri Fibra ha trovato una sua via all'hip hop, innestando una provocatoria vena pop e scrivendo brani come ''Vip in Trip'' e ''Le donne'' che sono diventati slogan generazionali.

Nella giornata caratterizzata dalla musica italiana che ha visto protagonisti anche i Verdena, si sono esibite anche due band di spicco del rock indipendente: gli Interpol, indie band newyorchese, e gli Elbow gruppo di Manchester che in Inghilterra è premiatissimo ed è stato più volte in classifica ma che, soprattutto, è tra le proposte più originali oggi in circolazione. Guy Garver o compagni sono riusciti a dimostrarlo anche suonando nel primo pomeriggio sotto il sole che, si sa, non è un compagno ideale del rock.

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Alessandro Avico