ROMA – ''Era un musicista originale, di grande valore che ha inventato uno stile italiano e anche napoletano. Per lui succedera' quello che e' successo con Gaber e De Andre': le sue opere migliori verranno studiate e apprezzate, si capisce che e' nuova letteratura e poesia'': cosi' Renzo Arbore ricorda all'ANSA Lucio Dalla, scomparso improvvisamente per un attacco cardiaco, che definisce ''suo compagno di clarinetto''.
''Lo conoscevo fin dagli esordi io facevo il dj e l'ho incoraggiato'', racconta Arbore. ''Adesso – aggiunge – si fa una specie di inevitabile sunto della sua attivita' di artista: lui era innanzitutto un musicista di grande valore, istintivo e originale, sia al clarinetto che nelle sue composizioni. Aveva inventato un filone italiano come dimostrano alcune sue melodie e perfino napoletano con Caruso. E' una gravissima perdita per la musica italiana''.
''Gli ero vicino anche dal punto di vista umano perche' avevamo tanti amici pugliesi in comune, l'ho visto l'ultima volta a Manfredonia tre-quattro mesi fa – racconta Arbore – e poi l'ho visto a Sanremo dirigere con sapienza e con stile personale l'orchestra''.
''Succedera' quello che e' accaduto ad altri grandi come Gaber e De Andre' – ripete Renzo Arbore – le sue opere migliori verranno studiate e apprezzata perche' e' poesia e nuova letteratura''.