MILANO – I 150 anni dell’Unità d’Italia hanno trovato il loro cantore in Francesco Tricarico, che si presenta a Sanremo con un brano patriottico fin dal titolo, ‘Tre colori’, come il bianco, il rosso e il verde della nostra bandiera, e rincara la dose la sera del 17 febbraio con una personalissima versione di ‘L’italiano’ di Toto Cutugno.
Scritta originariamente per lo Zecchino dell’oro da Fausto Mesolella degli Avion Travel, che sarà sul palco dell’Ariston come pianista e seconda voce, la ballata sfugge alla retorica grazie al sapore di filastrocca e racconta il significato del tricolore attraverso il gioco dei soldatini tra un padre e un figlio, con la speranza che la guerra rimanga solo un gioco e non si faccia mai tragedia.
A sottolineare il carattere quasi fanciullesco del testo, la scelta di cantare con il coro di voci bianche ‘Si La So..l’ nella sera dei duetti. Nel testo, lo sventolio di una bandiera verde nella nebbia, cui il papa’ risponde ”ricorda che la nostra tre colori ha”, fa pensare a un riferimento alla Lega, ma Tricarico lo esclude categoricamente: ”la bandiera verde non c’entra nulla con la Lega – dice deciso il cantautore dall’aria stralunata – ho escluso che ‘Tre colori’ sia leggibile come una canzone politica. Il verde e’ la speranza, mentre la nebbia bianca accoglie il sangue di tutti”.
La canzone che presenterà all’Ariston, quindi, non ha alcun intento polemico, anzi, ”e’un brano d’amore e fratellanza, un augurio fatto da un padre al figlio, che cerca di unire e non di dividere”. In pieno spirito patriottico, il ricciuto cantautore di ‘Io sono Francesco’ si augura che ”Tre colori ricordi gli ideali d’unione, perche’ la nostra – spiega tra una pausa e un’altra – è una terra diversa ed è difficile gestire un territorio così eterogeneo, ma è affascinante fare in modo che si trovi un’armonia. Per questo mi auguro che questa canzone, nel suo piccolo – ribadisce il quarantenne habitue’ di Sanremo – possa dare un senso di appartenenza perché si è lottato, si è versato del sangue e non è poco. Questa canzoncina, nel suo piccolo, è nobile”.
Come nobili sono i sentimenti espressi nell’album ‘L’imbarazzo’, che uscirà per Sony dopo il festival: ”pudore, vergogna, rispetto, responsabilità sono valori desueti” riflette l’artista, spiegando che ”l’imbarazzo è un momento di stasi, una gentilezza, una delicatezza, è attenzione per l’altro e verso se stessi, è una stasi in cui sei fermo e osservi”. In momenti come questo, secondo Tricarico, possono nascere canzoni come ‘L’Italiano’ di Toto Cutugno, che nel disco canta l’ultima strofa del suo celebre brano. ”Questa canzone mi è stata proposta per la serata dei 150 anni dell’Unità d’Italia e mi e’ sembrata geniale perché – spiega – è una cartolina spietata che mi ricorda il 1982, Paolo Rossi e l’autoradio, un’Italia diversa. Cantandola mi sono reso contro che la melodia era già in me, è una bella sfida”.
