Crolla un mito della musica classica e di milioni di cultori: “Per Elisa” non è di Ludwig Van Beethoven l’autore di “Per Elisa”. Il brano suonato sui pianoforti di tutto il mondo ha un altro padre? Secondo una ricerca condotta dallo studioso italiano Luca Chiantore sì. La tesi è stata presentata a Barcellona.
Dopo otto anni di approfondimenti sul rapporto tra il compositore tedesco e il pianoforte secondo il ricercatore “Per Elisa” sarebbe l’opera del giovane musicologo tedesco Ludwig Nohl, che nel 1865 scoprì il manoscritto autografo con gli appunti di Beethoven a Monaco di Baviera.
Lo studio parte dalla constatazione che di “Per Elisa” si ebbe notizia solo 40 anni dopo la morte del maestro di Bonn e sostiene che quegli scarni appunti non corrispondono alla versione oggi conosciuta del brano.
Chiantore fornisce una serie di elementi che indicano come Nohl abbia utilizzato quel manoscritto – scoperto presso una collezione privata – per “comporre” un nuovo brano.
“Per Elisa” è sempre stata un affascinante mistero per i musicologi. A luglio era uscita la notizia che a ispirare Beethoven sarebbe stata Elizabeth Roeckl, una cantante tedesca e intima amica del compositore, e non a Therese Malfatti, figlia di un commerciante viennese, come si era sempre pensato. La ricerca di Chiantore è stata finanziata dal Centro di servizi musicologici e di formazione musicale Musikon, con sedi a Barcellona e Valencia, di cui lo studioso italiano è direttore dal 2003.