ROMA – “Non è vero ma ci credo”, massima applicata agli oroscopi “classici” e applicabile, oggi, ad una nuova branca della scienza: l’astrofinanza. Se infatti fino a ieri eravamo abituati a cercare di capire, attraverso le previsioni fatte dagli astrologi, cosa ne sarebbe stato della nostra settimana a seconda che fossimo dello scorpione o della vergine e così via, ora, attraverso lo studio delle stelle, le previsioni si fanno per capire come andranno i mercati. E il bello, o il brutto, e che ci “prendono” anche. Quanto a scienza, “siamo alla frutta”. Ma “frutta” talmente artificiale da sembrar vera, come talvolta accade alle piante ornamentali.
Da sempre gli uomini hanno guardato il cielo e le stelle sperando di rintracciarvi un disegno superiore e una chiave di lettura per la vita sulla terra e, anche, la possibilità di sapere in anticipo cosa sarebbe loro accaduto.Lo studio delle stelle e della loro influenza sugli uomini ha avuto, nei secoli, anche momenti di alto splendore e altissima considerazione, prima di essere relegato alla pagina dell’oroscopo come noi la conosciamo. Quest’antica vocazione si è unita da qualche anno ad un altro aspetto fondamentale della nostra società: l’economia. Dalla fusione di queste due realtà ne è uscita fuori l’astrofinanza: l’arte di predire il futuro dell’economia mondiale, l’oroscopo della Borsa e oggi dello spread.
Astrofinanza che potrebbe a buon titolo essere inserita nelle pagine dell’oroscopo che ogni giornale che si rispetti ha, se non fosse che le previsioni fatte dal 2006 ad oggi hanno fatto clamorosamente centro. E la cattiva notizia è che non prevedono niente di buono per i prossimi anni, anzi.
Era luglio 2006, i mercati erano in crescita e l’economia globale era più che in salute. Nelle piazze finanziarie si respirava ottimismo dopo i mesi difficili seguiti all’11 settembre. Allora, in un’intervista, l’astro-analista (che non è una specie di super analista ma un analista finanziario che fonda le sue analisi sull’osservazione delle stelle) Manfred Zimmel, rivelò tutto quello che di lì a poco sarebbe accaduto. “Ci troviamo davanti all’inizio di una fase molto bizzarra con tre anni neri alle porte, su differenziali molto traumatici sino al 2012”. Zimmel mise anche in guardia dal mercato azionario consigliando di puntare tutto sull’oro e sulle materie prime. Oro che, allora, valeva circa 800 dollari l’oncia e oggi ne vale più o meno il doppio. Suggeriva poi di guardare con sospetto al dollaro, dandolo in discesa sino al 2012. “Sarà questa una data cruciale per l’economia americana – pronosticò Zimmel – perché sarà attraversata da una pesante crisi fino ad un possibile default del debito”.
Fin qui le previsioni che si sono avverate, e che hanno accreditato Zimmel come uno dei migliori astro-analisti. E per il futuro? Per il futuro, se l’austriaco dovesse ancora una vola centrato la previsione, ci aspettano anni ancora più difficili. E forse anche la guerra, storicamente via maestra quanto “molesta” per uscire dalle crisi economiche. “La crisi ha mutato identità. Dalla crisi dei subprime del 2007 si è passati alla crisi dell’economia reale del 2008 che successivamente si è trasformata, dal 2009/10, in crisi politica. A partire dall’agosto del 2013 si arriverà ad una crisi totale che coinvolgerà tutti i livelli, da quello economico a quello sociale, sino al politico e allo spirituale”. E non è tutto. Continua infatti Zimmel nelle sue nere previsioni: “A partire dal 2013 si avrà un intensificarsi di guerre e conflitti a livello globale con il picco che verrà raggiunto nel 2017/18. A quel punto sarà toccato il livello massimo di conflittualità dalla seconda guerra mondiale ad oggi. I progressi fatti negli ultimi 5mila anni saranno messi a rischio”.
Con queste previsioni si sente un po’ la mancanza del caro vecchio oroscopo che si dedicava più modestamente alla salute, al lavoro e all’amore… Sarà più difficile trovare lavoro, si risparmierà meno, rabbia sociale e anche peggio attraverserà la società…Stiamo facendo astrofinanza guardando Giove e Plutone o stiamo facendo cronaca guardando semplicemente i numeri dell’economia e la testa della gente?
