ROMA – Uno ha due auto blu, una a Roma e una a Cassino. L’altro, oltre a somigliare in maniera impressionante al Mangiafuoco di collodiana memoria, ha un debole per i suv e per la “vacanzona” in Sardegna. Sono, il primo, il presidente del consiglio regionale del Lazio Mario Abbruzzese e l’altro, il secondo, l’ormai ex capogruppo Pdl alla regione Franco Fiorito.
Due persone e due storie diverse m tanto, tanto intrecciate. Fiorito è stato espulso dal partito e ora i suoi problemi sono più che altro con la legge mentre Abbruzzese è saldamente al suo posto e i problemi li ha per lo più con il buonsenso e, al massimo, l’etica. I due però di cose in comune ne hanno diverse, entrambi pidiellini, entrambi ai vertici della regione Lazio ed entrambi campioni di preferenze alle ultime elezioni. Sì, sono i più votati, dai cittadini elettori e questo qualcosa vorrà pur dire.
L’accostamento Abruzzese / Fiorito, per quanto i due si siano ripetutamente chiamati in causa negli ultimi giorni, potrà ad alcuni sembrare ardito. Soprattutto ad Abbruzzese stesso che, a differenza di Fiorito, di nulla di penalmente rilevante è accusato. Ma l’intervista rilasciata a La Stampa dal presidente della regione Lazio è, per alcuni versi, persino peggio di un’appropriazione indebita. Abbruzzese è il presidente del consiglio regionale del Lazio, un incarico che comporta senza dubbio dei benefici, ma che comporterebbe anche degli oneri. Spesso però accade che prendendo gli onori della carica ci si dimentichi dei meno appetibili oneri. Categoria in cui qualche vetusto matusalemme potrebbe includere il bisogno di dare l’esempio e il non abusare della proprio ruolo, ma la politica d’oggi sembra non pensarla in questo modo e le parole di Abbruzzese ne sono la limpida dimostrazione.
Presidente, lei davvero usufruisce di due auto con autista?
“Certo, perché è un mio diritto. Uno dei benefit che spettano alla mia carica istituzionale”.
Scusi, ma com’è possibile?
“Io vivo a Cassino, è lì che ho la famiglia. E quindi ogni giorno faccio avanti indietro Cassino-Roma-Casino”.
Una bella sfacchinata, seppur lautamente retribuita.
“Centocinquanta chilometri andata, altri centocinquanta al ritorno. Mi creda, una faticaccia”.
Costosa, o no?
“Guardi che io la nave l’ho trovata già bell’e pronta. Non ho mica dovuto aggiungere una vela, io. L’auto blu mi spetta e me la piglio”.
Una però, non due.
“E come faccio quando sono a Cassino? Io faccio il pendolare cinque giorni alla settimana, poi durante il week end devo curare il mio collegio elettorale. E come mi sposto lì?”
Non può usare la sua auto?
“Ma io sono il presidente del consiglio regionale! Ho un ruolo da mantenere”.
Con due macchine di servizio, alle spese dei cittadini che pagano le tasse?
“Se sono originario di Cassino, mica è colpa mia”.
Durante la settimana non dorme mai a Roma?
“Mai”.
Ha moglie e figli che l’aspettano?
“Moglie e due figlie”.
Sono piccole?
“No, una frequenta il liceo e l’altra sta a Milano perché studia alla Bocconi”.
Scusi, ma lei in questi mesi non ha mai sentito parlare di austerity, di sacrifici di migliaia di famiglie, di tagli ai privilegi della casta politica?
“Eccome se ho sentito! E ho agito di conseguenza. Nonostante i tanti attacchi della presidente della giunta regionale Polverini, posso garantire che ho già avviato una prima spending review che consente una riduzione del bilancio da 104 a 97 milioni di euro”.
Non è certo colpa di Abbruzzese se è originario di Cassino, ma non lo è nemmeno dei contribuenti che gli pagano due macchine e due autisti perché ha un ruolo da mantenere. La colpa è casomai di quei molti che lo hanno votato. Molti che insieme a lui hanno votato anche per Fiorito. Il sentimento dell’antipolitica trova sempre più seguaci eppure, ad ogni elezione, personaggi come Abbruzzese e Fiorito risultano tra i più votati. I privilegi della casta catalizzano l’odio della cosiddetta gente ma quella stessa gente elegge un paladino dei privilegi e quello che è soprannominato Batman.
Già, Batman de noantri, Franco Fiorito che non è certo da meno. Non rivendica l’ex capogruppo i suoi diritti, ma sembra comunque infastidito dal clamore nato intorno alle spese da lui fatte con i soldi dei contribuenti e candidamente racconta come non lui se ne sia approfittato, ma tutti.
Scrive il Corriere della Sera:
Franco Fiorito detto “er Batman”, di anni 41, da Anagni, un ciociaro furbo e prepotente, carismatico, spregiudicato e impulsivo; uno di quei politici che trasformano i voti degli elettori in potere e ricchezza e che in Procura, da ex capogruppo del Pdl al consiglio regionale del Lazio accusato di ‘peculato’, arriva sfacciatamente a bordo del Suv comprato con i soldi del suo partito (cioè, i nostri). Bmw X 5, 88 mila euro. “Sì, lo so: come presidente di commissione ho diritto anche all’auto blu, ma l’auto blu non mi bastava (deve essere un vizio comune ndr). Avevo un tremendo bisogno di questo Suv”. Gli contestano pure l’acquisto di una Smart superaccessoriata (16 mila euro). “Sì, però è troppo piccola per me, non riesco ad entrarci: così l’ho lasciata a disposizione dei colleghi”. Poi i giudici passano alle vacanze. “Sì, sono andato in due splendidi resort della Costa Smeralda con i soldi del Pdl. La campagna elettorale delle regionali mi aveva lasciato spossato e depresso. Avevo bisogno di una vacanzona”.
Ma Fiorito ha fatto anche altro, pagato cene e portato soldi all’estero tutto, lo accusano, con i soldi del partito, cioè nostri. Lui, in fondo, non nega. Ma chiama in causa i suoi colleghi: “Me so’ conservato le ricevute false di tutti i consiglieri: pure di quelli che, con i soldi del Pdl, andavano in giro con l’amante”. Allusione a Francesco Battistoni, sempre del Pdl, quello che di recente aveva preso il posto di “tesoriere” del partito che era di Fiorito. Battistoni che ha replicato accusando Fiorito di aver fabbricato un dossier falso su di lui contraffacendo fatture, tanto per dare un’idea dell’ambientino.
E poi il top, l’ormai leggendario festone a Cinecittà: ai primi di marzo del 2012 a Cinecittà arrivò la richiesta per l’affitto del teatro numero 10 e del set dell’Antica Roma (statue, bighe, colonne, ruderi in cartapesta) per il 21 aprile, Natale di Roma. Costo complessivo, 57 mila euro (iva inclusa), da pagare in tre rate. Scrive Cinecittà: “L’evento prevede la presenza di un massimo di 1500 persone”. Carlo De Romanis, vice capogruppo Pdl precisa: “L’evento, sia chiaro, non c’è mai stato”. Ma Fiorito, al Fatto, lo smentisce: “La verità è che ho pagato tutto io per finanziarie quella festa nel set di Cinecittà. C’erano delle gnocche travestite con le gonnelline bianche. Io non ci sono andato, ma qualcuno, dai racconti riportati, si sarebbe divertito. Ricordo che l’assessore al Bilancio Stefano Cetica era disgustato”. Batman e mr. due auto blu due, eppur li abbiam votati.