MILANO – “La politica non mi ha mai appassionato. Mi ha fatto solo spendere un sacco di tempo e di energie”. Archiviato il compleanno del capitano giallorosso Francesco Totti che ieri ha festeggiato i suoi primi 40 anni, domani (29 settembre) sarà Silvio Berlusconi a dover spegnere le candeline, 80. E per celebrare la ricorrenza il 3 volte Presidente del Consiglio si è concesso in una lunga intervista al fidato direttore di Chi Alfonso Signorini.
Un’intervista di quelle che si dice a ‘cuore aperto’, in cui traccia un bilancio della sua vita e della sua carriera aprendo anche una finestra sul suo privato e arrivando a spiegare che Marina, la figlia, è per lui “madre, sorella e figlia”. Ma se il rapporto di Berlusconi con la maggiore dei suoi figli è argomento che interessa, forse, chi di psicologia si appassiona, quello con la Politica è un rapporto che invece interessa tutti gli elettori. O no? Stupisce, anzi stride, la sua dichiarazione di ‘noia’ verso la Politica alla luce del suo impegno ventennale in questa. O no? O forse Berlusconi in questo suo disinteresse/disprezzo per la cosa pubblica è davvero un vero italiano?
“Berlusconi ha detestato la politica come Agassi il tennis – scrive nel suo ‘Buongiorno’ Massimo Gramellini -. Resta da chiedersi perché si sia sottoposto a questo tormento, saltuariamente alleviato dalle cene eleganti di Arcore. Per impedire all’Italia di cadere nelle mani dei comunisti Ciampi e Prodi, dice lui (Comunisti!?!). Ma è troppo modesto. A spingerlo all’estremo sacrificio è stato il dovere morale di accrescere il Pil (prodotto ingordo lordo) dell’unico italiano che gli sia mai stato veramente a cuore, a parte forse Massimo Boldi, e che ogni mattina gli sorrideva davanti allo specchio”.
E che Berlusconi, nell’ormai lontanissimo 1994, sia sceso in campo spinto da ragioni personali è storia già nota, per quanto forse non ufficiale. “Se sono sceso in campo è solo per impedire l’ascesa dei comunisti al potere”, dice Berlusconi, “visto che Tangentopoli aveva praticamente cancellato la storia e i protagonisti di tutti e cinque i partiti democratici che ci avevano governato per cinquant’anni. Non esistevano altre alternative”.
Con questo approccio l’allora patron di Fininvest aggiunse ai panni d’imprenditore quelli del politico. E del politico di successo visto che, tra pause più o meno brevi, è riuscito a tenere il timone del nostro Paese per un ventennio. Ma già 20 e passa anni fa, era evidente che dietro allo slancio ideale dell’uomo di Arcore ci fosse anche una spinta molto più concreta e terrena: le sue aziende. Aziende che non avevano più una ‘copertura’ politica essendo stata la classe politica di allora praticamente spazzata via da Tangentopoli.
E visto che non c’erano alternative B. decise di fornirla lui quella ‘copertura’, mettendosi in gioco in prima persona. Per questo, nella sua tanto bizzarra per un uomo che ha fatto tre volte il premier, quanto sincera affermazione, Berlusconi dice la politica gli ha fatto perdere “tempo ed energie”, ma non denari. Eppure di soldi nella sua creatura politica che è Forza Italia ne ha investiti, e buttati, moltissimi.
Evidentemente meno di quanti però ne guadagnava su altri fronti. Ragioni della discesa in campo a parte però, nell’intervista a Chi, Berlusconi offre anche altri passaggi interessanti. Come quello in cui valuta il suo operato di politico. “So solo che tanto in politica estera quanto in politica interna non ho mai sbagliato un colpo. E non sono caduto per colpa mia”, dice l’ex premier. E ammesso che dare giudizi obiettivi su se stessi è uno dei compiti più difficili per gli esseri umani, specie per quelli dall’Io particolarmente sviluppato, Berlusconi nella sua affermazione dice cose condivisibili e altre al limite del risibile.
Condivisibile è forse l’affermazione per cui lui non è caduto per colpa sua: certo in politica bisogna fare accordi e i suoi, alcune volte non hanno funzionato perché gli altri si sono sfilati. Che però l’uomo che ha fatto sostenere al Parlamento italiano che Ruby Rubacuori fosse la nipote dell’allora dittatore egiziano Mubarak, è colpo così sbagliato che anche fatto da Paperino apparirebbe al limite dell’inverosimile.
Il Berlusconi statista non è mai esistito, lo confessa lui stesso con quel “la politica non mi ha mai appassionato”. E’ esistito eccome il Berlusconi italiano vero che appassiona italiani tanti promettendo loro libertà di arricchirsi (se sapevano) e libertà dalle regole (qualunque regola). E’ esistito ancora il Berlusconi campione di raccolta voti e delle campagne elettorali. E’ esistito eccome il Berlusconi capo e signore della destra, della grande e maggioritaria destra politica e di popolo che c’è in Italia. Soprattutto è esistito il Berlusconi anima e corpo, incarnazione perfetta del non cittadino italiano che della politica se ne frega, di politica si annoia e tutto questo lo chiama volontà popolare. Esiste ancora quel Berlusconi? In ogni caso il ruolo al momento è stato preso da un altro attore.