Alessandro Camilli

Chikungunya, e sindaca Raggi non disinfestò…Per il sacro blog gli insetticidi come i vaccini

Chikungunya, e sindaca Raggi non disinfestò…per il sacro blog: gli insetticidi come i vaccini

ROMA – Chikungunya, ovvero la storia di come, in nome di una supposta ecologia e improbabili battaglie con altrettanto improbabili lobby, a Roma arrivò una malattia tropicale dal nome impronunciabile e in grado di creare un’emergenza sangue nella Capitale del nostro Paese.

Dopo l’alluvione le cavallette. Il canovaccio biblico si ripete, con qualche piccola variazione sul tema, nelle vicende della Città Eterna che, dopo esser finita sott’acqua al primo temporale, ora è alle prese con la diffusione della Chikungunya: esotico morbo veicolato dalla zanzara tigre. Ma se la Chikungunya è una novità, è invece ormai una vecchia conoscenza la zanzara che la trasmette. E allora si scopre che a fare la differenza non sono i migranti che portano strane malattie come vorrebbe Salvini, ma la sindaca che decide di non fare la disinfestazione.

La colpa è quindi di Virginia Raggi e della sua giunta, quella che c’era o quella c’è ancora dipende dagli assessori. Se non in toto almeno in parte. Perché se è impossibile sapere come il virus sia arrivato nel nostro Paese, con tutto che esiste almeno un precedente in Emilia Romagna di 10 anni fa, è certo che la scelta di non effettuare le disinfestazioni che ogni anno si fanno ha aumentato il numero di insetti in grado di diffonderlo. Ma perché la giunta 5Stelle ha deciso di abbandonare le disinfestazioni? Ovviamente non per pazzia, o almeno non dichiarata. Ma in nome di una convinzione e di un agire che ricorda quello del mondo dei no-vax.

“Nel 2006 sul blog di Beppe Grillo compare un post dal titolo ‘Chi ha paura della zanzara tigre?’ – racconta Mattia Feltri su La Stampa -. Si sostiene che i pesticidi in uso provocano tumori, malformazioni, danni al cervello, e non combattono le zanzare, anzi le aumentano, oltre ad aumentare i profitti delle aziende. Molto meglio usare metodi naturali, dice il blog”.

E qui alzi la mano chi non vede una vicinanza e una comunione di metodi con chi accusa ‘Big-Pharma’ e chi vuole le cure alternative. Ovviamente a carico dello Stato.

Dieci anni dopo ad amministrare la Capitale d’Italia c’è un sindaco che da Grillo dipende (con tanto di contratto) e che, insieme alla sua giunta, decide di non prorogare l’incarico per le disinfestazioni all’Ama – scaduto con la giunta Marino – come invece aveva fatto il prefetto Francesco Paolo Tronca durante l’anno del Giubileo. Assegna invece un bando improntato all’ecologia, ma solo per la disinfestazione di scuole e giardini scolastici (comparto Global service). L’assessore Pinunccia Montanari esulta: “La nostra ordinanza è la prima nel suo genere, basata sulla prevenzione, su prodotti biologici e sulla drastica riduzione di sostanze ad elevata tossicità. La tutela della salute dei cittadini, la salvaguardia dell’ambiente e la conservazione della biodiversità prevalgono sugli interessi economici delle ditte di disinfestazione. La nostra ordinanza è destinata a fare scuola”.

E certamente farà scuola tra i medici perché non è certo un evento che capita tutti i giorni l’arrivo di una simile malattia e la conseguente emergenza sangue. Perché la conseguenza più fastidiosa della Chikungunya, che in sé porta febbre e dolori articolari che scompaiono in pochi giorni, è che dove circola questa si bloccano le donazioni del sangue. Così a Roma ad 1.2 milioni di romani, oltre che a tutte le persone che sono state nella città di Romolo dopo il 25 agosto, è stato vietato di donare il sangue. Con conseguente e ovvia carenza di scorte e rifornimenti.

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Alessandro Avico