ROMA – Divorziati, separati, milioni di ex coppie. E tra questi, purtroppo, centinaia di migliaia se non milioni anch’essi di papà che dicono con gusto e senza freni ai figli che “Mamma è…” oppure di mamme che con astio e ad alta voce dicono ai figli che “Papà e…”. E via con aggettivi e giudizi e frasi e accuse e lamentele e recriminazioni che screditano, offendono, sminuiscono l’altro genitore, il genitore “nemico”. Talvolta con l’intento solo di sfogarsi e colpire, spesso con l’intenzione di allontanare, separare i figli da quel papà “che è…”, da quella mamma “che è…”.
Lo fanno moltissimi, lo fanno in troppi. E non regge l’alibi della esasperazione, del contrasto, del fatto indubitabile che quando ci si separa ognuno della coppia dà il peggio di sé. C’è qualcosa di più e di diverso del risentimento, perfino della disistima. C’è la voglia di usare i figli come arma contundente verso l’ex, c’è il voler scagliare un figlio o una figlia contro l’ex marito, moglie, compagna, compagna. C’è tentativo di vendetta, vendetta quotidiana sulla pelle niente meno dei figli.
Perché a dire “mamma, quella è…” o “papà, quello è…” si fa del male, si arreca dolore al figlio. O peggio, lo si alleva come si fa con i cani da combattimento, se ne cura il ringhio e l’azzanno. Si fa del danno ai figli, ai bambini, ai ragazzini. E dovrebbe bastare e avanzare per non farlo, per tenersi dentro il proprio astio, per tenere i figli fuori dalla guerra tra ex, per non allevarli a pane e odio. Dovrebbe bastare. Ma purtroppo nella realtà non basta, non trattiene.
Oltre al danno ai figli, c’è la lesione dei diritti genitoriali dell’ex partner. Il genitore che accusa, insulta, denigra davanti alla prole l’altro genitore compie un’azione che è danno di un diritto altrui. Mina, smonta, sabota il rapporto tra il genitore di cui l’altro parla male e il figlio. Quindi, prove circostanziate alla mano, un Tribunale ha condannato chi lo ha ripetutamente fatto ad una multa. Salata multa pecuniaria: 30 mila euro.
Una botta di civiltà quella decisione e quella multa. Una botta di civiltà in una normalità tra ex coniugi troppo spesso fatta di reciproco danno senza tregua, pudore, confini. Di istigazione dei figli a disprezzare papà o mamma. Una botta di civiltà. Purtroppo venuta in Tribunale e da un Tribunale. Infinita è la distanza tra la giusta scelta di quel Tribunale e i comportamenti reali di moltissimi (non tutti, molti ex coniugi hanno comportamenti responsabili, civili, non feroci). E infinita è la pena di dover misurare la distanza che separa centinaia di migliaia se non milioni di ex coppie da quella botta di civiltà.