Dracula aveva ragione: sangue giovane ripara organi e forse curerà Alzheimer

Dracula aveva ragione. Sangue giovane ringiovanisce gli organi

ROMA – “Il sangue giovane può riparare gli organi”, stai a vedere che aveva ragione Dracula… Il virgolettato è il titolo di un articolo sul Corriere della Sera che racconta di come recenti studi rivelino le potenzialità ‘ringiovanenti’ del plasma di soggetti giovani se iniettato in organismi ormai vecchi. E la considerazione sul signore dei vampiri altro non è che una riflessione su come, alla fine, antiche credenze e superstizioni avessero magari una punta di verità.

Il conte della Transilvania non è però l’unico ad aver affidato al sangue giovane capacità miracolose, la storia è infatti ricca di tentativi falliti nella corsa all’elisir di lunga vita che hanno avuto come protagonista il sangue di ragazzi e ragazze.

Uscendo dal mito e dalla storia, racconta Giuseppe Remuzzi che “si chiama parabiosi, due topi uniti attraverso suture sulla cute che si scambiano sangue un po’ come succede in utero in due animali con una sola placenta. Da qualche tempo però la tecnica della parabiosi torna ad essere utilizzata, in pochi laboratori — per adesso — per studi sull’invecchiamento. Se nel torrente circolatorio di un ratto vecchio arriva sangue giovane, cuore, cervello, muscoli e in pratica tutti gli altri organi esaminati paiono ringiovanire e l’animale è più forte e più svelto, più sano insomma.

Adesso si tratta di capire che cosa c’è nel sangue degli animali giovani che ringiovanisce gli organi. C’è chi è critico, Amy Wagers studiosa di cellule staminali dell’Università di Harvard dice a Nature che “non si tratta di ringiovanire organi di animali vecchi ma di aiutarli a riparare i danni” anche perché finora nessuno è riuscito a dimostrare che il sangue giovane allunga la vita”.

Che si tratti di ringiovanire o di dare nuove capacità riparatorie alle cellule vecchie, poco conta visto che il risultato è identico, e cioè lo stop all’invecchiamento. Ora che basti questo e sia questo applicabile all’uomo è tutto da dimostrare, ma anche se lo studio in materia è agli inizi, c’è già chi sperimenta le applicazioni pratiche della trasfusioni con plasma giovane. Lo fanno negli Usa ed in Giappone.

“Lavorando con Richard Lee – racconta ancora Remuzzi -, cardiologo di Harvard, Amy Wagers ha cominciato a vedere quali sono le proteine del sangue giovane che spariscono quando uno invecchia. Una è di grande interesse, si chiama growth differentiation factor 11, GDF 11 dicono gli scienziati per brevità. Se questa proteina viene iniettata in animali vecchi le cellule staminali dei loro muscoli cominciano a dividersi e riparano i danni al Dna. E non basta, chi soffre di Alzheimer ha bassi livelli di questa proteina e questo conferma i risultati ottenuti nei topi. Da qui a trasfondere plasma di soggetti giovani in ammalati di Alzheimer il passo è stato breve, l’hanno fatto in Giappone e sembra che il primo paziente sia migliorato. Adesso in California stanno avviando uno studio controllato per trattare malati di Alzheimer con plasma giovane, poi faranno esami fisici e di laboratorio e le risonanze magnetiche più sofisticate per vedere se il cervello migliora”.

Come quasi sempre accade per le scoperte, anzi le intuizioni in medicina, ci vorrà del tempo, forse anni, per trasformare il risultato dell’esperimento sui topi in un farmaco anti invecchiamento o simili. Intanto scopriamo però che, oltre al vampiro di più famoso del mondo, forse anche le vecchie nonne di un tempo avevano capito il segreto e per questo propinavano ad incolpevoli bambini spremute di carne e facevano bere il sangue che “fa bene”.

Published by
Emiliano Condò