Equitalia: il 9% in più non c’è più. E niente beni pignorati all’asta

foto Lapresse

ROMA – Tra i tanti emendamenti alla manovra “Salva Italia” ce n’è uno che sicuramente incontrerà il favore dei cittadini: la cancellazione dell’aggio del 9% che Equitalia percepisce sui debiti che deve riscuotere. La società di riscossione, ovviamente, non lavorerà gratis, ma d’ora in poi sarà lo Stato, valutati alcuni parametri, a stabilire la percentuale che Equitalia percepirà per il suo servizio. Percentuale che sarà in ogni caso inferiore al 9% che i contribuenti sono oggi tenuti a pagare.

Dalla Finanziaria di Tremonti del 2009 l’attività degli agenti della riscossione era, ed è ancora, remunerata con un aggio pari al 9% delle somme iscritte a ruolo riscosse e dei relativi interessi di mora, ed è in toto a carico del debitore. L’aggio ha natura tributaria ed è, precisamente, una integrazione del tributo iscritto a ruolo, il contribuente è quindi tenuto a pagarlo. Dopo numerosi ricorsi alle varie commissioni Tributarie, la manovra recepisce ora le richieste di riforma delle modalità di pagamento dell’attività di riscossione di Equitalia. Il testo afferma che “gli agenti della riscossione hanno diritto al rimborso dei costi fissi risultanti dal bilancio certificato da determinare annualmente, in misura percentuale delle somme iscritte a ruolo riscosse e dei relativi interessi di mora”. Tali costi saranno determinati da un decreto del Ministero del Tesoro che terrà conto “dei carichi annui affidati, dell’andamento delle riscossioni coattive e del processo di ottimizzazione, efficientamento e riduzione dei costi del gruppo Equitalia Spa”.

L’emendamento che cancella l’aggio del 9%, presentato dei relatori, Maurizio Leo e Pier Paolo Baretta, è stato approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. In pratica si ribadisce che gli agenti della riscossione hanno diritto al rimborso dei costi fissi in proporzione, ma la novità è che il decreto del ministero che dovrà stabilire i rimborsi a Equitalia, dovrà in ogni caso prevedere oneri sensibilmente minori rispetto a quelli odierni.

Ci sono poi, nella manovra, anche altre novità che riguardano la tanto, spesso a torto, odiata Equitalia: i beni dei debitori del fisco pignorati o ipotecati non saranno più messi all’asta da Equitalia, ma potranno invece essere venduti dai proprietari stessi con il consenso dell’agente della riscossione. Il debitore venderà il bene pignorato o ipotecato e consegnerà l’intera somma ad Equitalia, che interverrà all’atto della cessione e che restituirà al contribuente la somma che eccede il debito. Inoltre, le aziende che a causa della crisi sono in ritardo col pagamento delle cartelle, potranno ottenere una ulteriore proroga di 72 mesi.

Secondo indiscrezioni per gli importi fino a 5 mila euro la richiesta di proroga potrà essere accolta anche in seguito alla presentazione di una semplice richiesta motivata e documentata sulla situazione economia dell’impresa. Sopra tale somma sarà necessario procedere con l’accertamento della temporanea situazione di obiettiva difficoltà. Slitta infine di un anno (a fine 2012) l’uscita definitiva di Equitalia dalla riscossione dei Comuni.

Il Fisco poi, è stato deciso, avrà un anno di tempo in più, fino al 31 dicembre 2013, per le attività di accertamento legate al recupero delle somme non riscosse con i condoni e le sanatorie previsti dalla legge finanziaria 2003. E sono stati anche prorogati i termini per beneficiare della rateazione dei debiti tributari, e chi decide di pagare le tasse a rate non avrà più l’obbligo di fideiussione.

 

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