ROMA – M5S regala mille al mese, così pari pari e terra terra è stata spiegata come motivazione di voto non tanto e non solo per i sindaci oggi ma soprattutto per il governo domani. Così, terra terra e pari pari l’hanno spiegata elettori in carne e ossa sia a Roma che a Napoli, l’hanno spiegata così proprio a chi la racconta.
Certo, non tutti sono così spicci e semplicistici. Anche quelli del terra terra e pari pari sono tutt’altro che degli ingenui e creduloni, aggiungevano infatti un: magari è vero, provare non costa. Certo, non è che M5S si ingegna in un Gratta e Vinci nazionale in cui vincono più o meno tutti mille al mese e pure a vita. Certo, raccontarla così è rozzo e impreciso. Però, piaccia o no, così viene percepita la novella, come un sogno. Il sogno che se e quando M5S governa, arrivano mille al mese gratis.
M5S quello vero, non quello dei sogni, la racconta più giusta e meno fantastica: lo chiama reddito di cittadinanza. Però, se non è zuppa, è pan bagnato. Il reddito di cittadinanza che M5S promette di erogare, pagare (regalare) e qualunque cittadino italiano per il solo fatto di essere tale è appunto più o meno quei mille al mese. M5S lo promette, lo propaganda, lo lascia intravedere.
A Livorno, amministrazione M5S, cento cittadini riceveranno 500 euro al mese per sei mesi. Lo avevano chiesto in mille e almeno un centinaio erano gente che con tutta evidenza ci provava, insomma imbrogliava. Già, perché questo è uno dei primi problemi del reddito di cittadinanza. Andrebbe erogato a chi non ha altri redditi o ne ha di minimi. Ma, stando alle ufficiali dichiarazioni al fisco, stando alle auto dichiarazioni per non pagare ticket o avere esenzioni, circa 15 milioni di italiani non hanno reddito o ne hanno di bassissimi e altrettanti hanno redditi da pura sopravvivenza. Reddito di cittadinanza, mille al mese, a trenta milioni di italiani di cui almeno venti (a star cauti) imbrogliano?
Il secondo problema sarebbe che non si può fare, costa troppo. Ma questa frase meglio non dirla, esalta la richiesta e il sogno, lo rende una missione, causa la frase: se voi dite che non si può fare, allora è giusto farlo, si deve fare. E’ il cavallo di battaglia dei vari Di Maio. Il secondo vero e grosso problema non è che non si può fare. Si può fare a condizione di togliere a qualcuno quel che dai a qualcun altro. Dieci, quindici miliardi, quanto costa…Li dai a mille al mese ai “poveri” e senza lavoro. Bene, a chi li togli? Ai commercianti aumentando l’Iva? Ai lavoratori dipendenti aumentando l’Irpef? A chi ha una seconda casa raddoppiando, anzi triplicando l’Imu? Rimettendo l’Imu sulla prima casa? Portando le tasse sui guadagni finanziari al cinquanta per cento? Se non dici a chi li togli i soldi del reddito di cittadinanza non sei serio, non è una cosa seria. E a chi li toglie M5S si guarda bene dal dirlo.
Terzo, più sottile problema: ma sarebbe davvero giusto? Se un lavoro, un lavoro vero porta a fine mese a casa 1.200 euro netti e tu ne dai mille al senza lavoro non converrà nella testa di molti mille senza lavorare, cui aggiungere qualcosa in nero?
Quarto problema: è la clamorosa riscoperta dell’acqua calda. In Italia sostegni economici per ragioni sociali ce ne sono a decine e milioni di italiani ne godono, talvolta pure a sbafo. Quinto e ultimo problema: il welfare e la carità compassionevole che sono due diversissime cose non le ha inventate M5S, in Italia ci sono sotto forma di assicurazioni sociali, casse integrazione guadagni, sostegni al reddito, esenzioni fiscali. Ci sono per circa trecento miliardi annui. E una certa qual forma furbastra e massiccia di reddito di cittadinanza vige da decenni: stipendi inventati per lavori inventati, la Pubblica Amministrazione e le varie Caste ne sono piene.
Almeno cinque problemi grossi grossi a smontare il reddito di cittadinanza a cinque stelle. Ma nulla smonta i sogni, il sogno avanza, anzi incombe.