ROMA – Meningite, non è epidemia. E non solo perché che epidemia non sia lo dicono le autorità (sì, le autorità che non è una cattiva parola autorità, anzi…). Non è epidemia perché i casi di malattia sono tanti ma non fuori scala rispetto alla media e perché il contagio quando è avvenuto è stato finora sempre e bene contenuto. Non è epidemia ma…
Ma c’è in giro meningite sufficiente a metter comprensibile paura e ancora più comprensibile ansia. Si legge di morti di meningite in diverse Regioni d’Italia e allora un’emozione si diffonde e si trasforma rapida in una sorta di parola d’ordine: mettersi al sicuro. Soprattutto mettere al sicuro i propri figli che la meningite è canaglia e attacca soprattutto i piccoli, i cuccioli d’uomo.
E come si fa a mettersi al sicuro? C’è un solo modo: vaccinarsi contro la meningite. Ed ecco che più o meno ovunque il popolo, la gente chiede vaccini. Vaccini qui e subito. Li chiede agli ambulatori, farmacie, ospedali. Li chiede e li pretende disponibili e gratuiti ai responsabili della Sanità pubblica, cioè agli amministratori della Sanità Regione per Regione. E quindi la politica e gli amministratori si trovano di fronte una richiesta di popolo, urgente e pressante, da soddisfare. La richiesta di vaccino.
Solo poche settimane fa il mood era diverso e contrario, il vento del pubblico volere spirava in altra e opposta direzione. Era pieno di mamme, genitori e cittadini sospettosi se non contrari ai vaccini. Spesso, molto spesso colui o colei che oggi chiede vaccino qui e subito contro la meningite è la stessa persona, è la stessa gente che ieri non ha vaccinato i figli. E si è sentita offesa e violata, ha appoggiato chi si oppone all’obbligo della vaccinazione per entrare in un’aula di scuola pubblica.
E’ la stessa gente che pratica questa sorta di schizofrenia sociale. Ma, come usa dire, ci sta. La contraddittorietà nei comportamenti è figlia diretta e legittima della così definibile “ignoranza informata”. Insomma il cittadino-genitore che diffida del vaccino ovviamente è ignorante di biologia, immunologia, medicina e un sacco di altre scienze e discipline. Ma su queste si “informa” molto e volentieri su ciò che ha a disposizione e a misura del suo tempo e della sua capacità di comprendere e discernere. Clicca vaccini e gli arriva un mare di chiacchiere da comari molto tecnologiche, la versione contemporanea del “mia cognata che ha un cugino che lavora in una ditta di farmaci mi ha detto che…”.
Non è colpa della gente, anche se l’esser cittadini o genitori comporterebbe nel mansionario minimo la fatica di una minima competenza o la saggezza minima della delega a chi competenza ha acquisito. E in fondo non è neanche tutta colpa del web, non è obbligatorio credere a tutto quello che vi si trova. Non l’ha comandato il dottore…
Però qualcuno l’ha consigliato e gravissima, pesantissima è la responsabilità di chi si è impegnato, ingegnato, perfino divertito a consigliare, raccomandare di evitare i vaccini.
Paolo Mieli sul Corriere della Sera ricorda i cinque minuti cinque di show (il filmato è ovviamente ancora disponibile) di Beppe Grillo nel 2007. Lo show del “virusino”. “Prendete un bambino dal sistema immunitario perfettamente funzionante…iniettate un virusino in attesa che arrivi il virus cattivo…ma se il virus cattivo non arriva il sistema immunitario del bambino è stato abbassato dal virusino”. Questa la tesi, documentata e sostenuto a suon di applausi e risate. Altre evidenze scientifiche e biologiche dell’effetto danno del “virusino”? Ovviamente nessuna. L’affidabilità e certezza dell’assunto e propagandato stava tutta nell’autorità di chi parlava, insomma parola di Grillo. Grillo biologo? Quando, dove, come? Che c’entra, Grillo è Grillo e comunque era spettacolo.
Spettacolo mica tanto e mica solo spettacolo. M5S di Grillo ovunque si oppone ai vaccini prima di entrare a scuola e sul blog (oltre che in Parlamento) è pieno di riferimenti come fosse certezza sul legame tra vaccini ed autismo, tumori, mutazioni genetiche, leucemia…E’ pieno sul blog e sulle proposte di legge in Parlamento di comari orecchianti che si fanno dottori in medicina e consigliano di astenersi dai vaccini perché fanno male.
Le comari più saccenti aggiungono: servono solo a far fare soldi alle case farmaceutiche. Poi vai a vedere (ma vuoi davvero andare a vedere?) e vedi che il fatturato di tutti (tutti!) i vaccini in Italia è per le case farmaceutiche di 300 milioni mentre è di 1.700 milioni per una patologia (epatite C) per la quale non c’è vaccino. Poi vai a vedere (ma vuoi davvero andare a vedere?) e vedi che ancora oggi sul pianeta i vaccini salvano milioni di vite (oltre a probabilmente la tua o di un tuo zio, nonno o parente che altrimenti non sarebbe qui o non avrebbe vissuto tanto da essere un tuo avo).
Le comari più violente in comunione di spirito e intenti con il giornalismo più incosciente hanno in Italia “incriminato” per diffusione virus a fini commerciali la scienziata che ha gratuitamente regalato al mondo la sua scoperta sul virus dell’aviaria. La vergogna per il calvario inflitto a Ilaria Capua è così grande per il paese tutto che si tenta di far finta di nulla. Di disdoro si è coperta la magistratura che ci ha messo anni per mettere mano e scoprire l’evidenza: accusa inconsistente. E la stampa che ha inzuppato il pane con mano e penna ignorante. E il Parlamento che ha isolato la scienziata come pericolosa e appestata aliena.
Ilaria Capua se n’è andata negli Usa. Da noi restano le comari ignoranti e saccenti e i dottori in risata che sconsigliano i “virusini”. E la gente ride, sorride e tiene lontani i figli dai vaccini. Fino a che non arriva una meningite e allora lo stesso popolo, la stessa gente chiede, vuole, esige: “Vaccini!”.