NEW YORK – Il multitasking ti fa stupido. Anzi, ci fa stupidi. Nel senso letterale del termine: danneggia cioè il nostro cervello, diminuendone le capacità. Lo rivela un insieme di ricerche messe insieme dalla rivista “Forbes”: fare più cose contemporaneamente non solo irrita in maniera significativa chi è costretto a dialogare con una persona che nello stesso tempo chatta con lo smartphone, ma procura anche una riduzione della densità della corteccia anteriore cingolata del cervello, ossia la regione responsabile dell’empatia e del controllo cognitivo ed emotivo. Cioè, appunto, ci rendo un po’ più stupidi.
Lo studio che è giunto a questa conclusione arriva dall’University of Sussex e dimostra come i danni al cervello siano permanenti. Gli studiosi, infatti, hanno condotto esami del cervello delle persone che passano il tempo usando diversi strumenti digitali, ad esempio inviando messaggi con il cellulare mentre guardano la tv, e i risultati sono stati sorprendenti. Gli MRI scan, infatti, vale a dire le immagini ottenute con la risonanza magnetica, hanno provato che chi pratica il multitasking ha una densità inferiore agli altri nella corteccia anteriore cingolata. In altre parole, questa cattiva abitudine è fortemente sospettata di produrre danni permanenti al nostro cervello.
Ma non è tutto. Già nel 2009 l’università di Stanford aveva pubblicato una ricerca che analizzava la pratica del multitasking. Lo studio aveva dimostrato che chi fa più di una cosa alla volta, in genere, le fa tutte male. E se anche per capire questo sarebbe forse bastato il semplice buon senso, lo studio dimostrò come non essendo il nostro cervello programmato per processare più attività nello stesso momento, è ovviamente più produttivo se ne facciamo una alla volta. Con il multitasking si dimostrò poi che peggioriamo anche il livello di efficienza, perché diventiamo più lenti nel passare da una azione all’altra e incapaci di distinguere le informazioni importanti da quelle irrilevanti, nel bombardamento di stimoli a cui sottoponiamo il nostro cervello.
E ancora, secondo un’altra ricerca della University of London, dedicarsi a più attività nello stesso momento riduce anche il nostro quoziente intellettivo. Tra gli adulti esaminati dallo studio inglese l’IQ si abbassava di circa 15 punti, scendendo al livello di un bambino di 8 anni. “La prossima volta che scriverete una mail al vostro capo mentre state partecipando ad una riunione – ammonisce quindi “Forbes” – tenete presente che è come se la faceste scrivere da un ragazzino della terza elementare”. Più chiaro di così.
Paolo Mastrolilli su La Stampa individua come genesi della a questo punto tanto pericolosa pratica la frenesia della vita moderna:
“La leggenda vuole – scrive – che gli esseri umani, soprattutto grazie ai nuovi strumenti digitali, possono e devono fare più cose allo stesso momento. La velocità è la cifra della nostra epoca e, quindi, se non sei in grado di inviare una mail con lo smartphone mentre partecipi ad una riunione via video, magari tenendo pure un occhio su tuo figlio che gioca in soggiorno, sei una persona inutile. Inadatta ai ritmi moderni del lavoro”.
E sicuramente, quella cattiva abitudine che è fare più cose contemporaneamente, è figlia dei ritmi della nostra vita. Come è anche ‘figliastra’ delle tecnologia che ci regalano la dolce condanna dell’essere sempre connessi con il resto del mondo.