Alessandro Camilli

Negozi chiusi: Di Maio, Chiesa e Cgil Santa Alleanza della penitenza domenicale

Negozi chiusi: Di Maio, Chiesa e Cgil Santa Alleanza della penitenza domenicale

ROMA – Negozi chiusi la domenica. Subito, in fretta, entro l’anno. Lo promette e lo giura, solennemente si impegna a chiuderli i negozi la domenica entro 4 mesi niente meno che Luigi Di Maio. Di corsa, quasi d’emergenza vanno chiusi perché letteralmente Luigi Di Maio denuncia: “i negozi aperti la domenica stanno distruggendo le famiglie italiane”.

Proprio così: i negozi aperti la domenica e quindi lo shopping domenicale e anche nei festivi distrugge le famiglie. Non ve ne eravate accorti? Per vostra fortuna, prima che la vostra famiglia si sfasci tra scontrini e vetrine, se ne è accorto Di Maio stavolta nella interpretazione, riuscitissima, di un Savonarola terzo millennio.

Famiglie italiane distrutte? Quali? Quelle di chi lavora nei negozi la domenica, nei negozi tenuti aperti e che quindi lo sottraggono alla famiglia e quindi ancora questa si sgretola e distrugge? Oppure le famiglie italiane tutte? Tutte sottoposto all’erosione morale, alla corrosione dei costumi che consiste nell’andare a comprare in giro la domenica e nei festivi invece che…Invece che? Invece di farsi una bella passata di social? O di andare a Messa? O di andare da nessuna parte e stare in casa che è meglio e più prudente? Non chiedete a Di Maio di simili pignolerie. Di Maio ha avuto una visione e indicato una missione: salvare le famiglie italiane dalla distruzione chiudendo i negozi la domenica.

Non è solo Di Maio in questa crociata salvifica contro una delle incarnazioni, tra le più subdole,  del dio denaro. Con lui ad apprezzare e incoraggiare la chiusura domenicale dei luoghi di tentazione è la Chiesa cattolica. Non fosse altro che per una questione di rispetto della proprietà, non è forse la domenica il giorno del Signore? Nell’illusione che i negozi chiusi riportino la domenica in chiesa più del 20 per cento scarso di italiani che davvero cristianamente ci va, la Chiesa cattolica ci sta.

Ci sta con Di Maio e con la Cgil. Anche il sindacato che si sente e si vuole più di sinistra ci sta in questa battaglia contro il modernismo e la modernità. Modernità che sconfina e coincide con vizio anche per la Cgil. E che sarà questa voglia matta di comprare ciò che si vuole e magari serve proprio la domenica? Lo shopping domenicale è sfizio, altro che servizio, secondo il sindacato  progressista(?). Cgil che si illude di abolire la sua natura ormai profonda di sindacato dei pensionati e pensionabili abolendo o almeno facendo la guerra al lavoro straordinario e festivo. Quindi ci sta la Cgil.

Ci stanno insieme Di Maio, Chiesa Cattolica e la Cgil in una Santa Alleanza contro quello che sentono come un nemico comune. Nemico comune che chiamano liberalismo e altro non è che appunto la modernità, il tempo contemporaneo. Ma Di Maio, la Chiesa e la Cgil verso il tempo contemporaneo hanno comune e similare diffidenza e ostilità. E quindi in assonanza e ridondanza tra loro preparano, appoggiano e salutano una legge che chiuda i negozi la domenica e soprattutto la nuova domenica di governo istituisca un umore, un dovere di penitenza pubblica per il peccato storico che tutti noi portiamo: quello di vivere nel peccato appunto. Il peccato dell’industria, del capitale, della finanza, della tecnologia, della scienza, della ragione governante, della democrazia parlamentare, del commercio libero perfino.

Published by
Mino Fuccillo