ROMA – Nola ospedale, la foto dei pazienti stesi e curati in terra. E poi lo sdegno, lo scandalo, le ispezioni dei Carabinieri, i licenziamenti dei responsabili evocati dal governatore della Campania De Luca. E immancabili i Codacons e i social e tutti a cercare il colpevole, i colpevoli, anzi più che i colpevoli, gli “infami”. E il direttore dell’ospedale che dice l’ovvio, ma è un ovvio che si insinua a fatica nel clamore. Dice il direttore: meglio curarli così, in terra, i pazienti che non curarli per nulla.
Il giorno dopo il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, riprende l’argomento con eccesso di zelo. Proclama “eroi che hanno fatto il loro dovere” i medici dell’ospedale di Nola. Ora “eroi” anche no, eroi sembra decisamente troppo grossa e grassa come definizione. Ma certamente qui medici hanno fatto ciò che era ed è in analoghe circostanze giusto e doveroso: hanno curato i pazienti come potevano, anche per terra.
E che dovevano fare i medici di fronte a quell’uomo con sospetto attacco di cuore, rimandarlo indietro perché non c’era letto in corsia o barella in Pronto Soccorso? E che dovevano fare i medici, non curare nessuno fino a che non arrivavano barelle che tutti sapevano non esserci né nell’edificio e neanche nelle ambulanze? Tutti gli indignati in servizio permanente, tutte le indignazioni e proteste un centesimo la tonnellata abbiano il pudore civile di rispondere con sincerità a questa domanda appunto: e che dovevano fare i medici se non curare anche i pazienti facendoli sdraiare in terra?
Ma alla pubblica opinione e al gran circuito dell’informazione piace lo sgomento recitato e non ragionato. Troppo complicato e poco titolabile il sapere perché e come in quel Pronto Soccorso non ci siano barelle. Dipenderà dalla Asl? Forse, pare. Ma Asl è sigla fredda senza volto, che facciamo ce la prendiamo e titoliamo sulla burocrazia? O raccontiamo la acida storia che in tutti i Pronto Soccorso d’Italia oppone le autoambulanze in arrivo con i Pronto Soccorso appunto? I pazienti arrivano in barella, la barella di chi è? Dell’ambulanza che deve ripartire e vuole ripartire con la barella in dotazione o del paziente che sulla barella è adagiato? Vogliamo raccontare l’antipatica storia dio ambulanze e Pronto Soccorso che si disputano e si sottraggono barelle? O vogliamo sminuire, smosciare la forza della foto denuncia ricordando che erano i giorni del grande freddo e dei Pronto Soccorso invasi da anziani con influenza e da affetti da fratture per cadute?
Meglio non farsi tante domande e non farsi per nulla pignoli, più agevole l’indice puntato contro la mala sanità e i suoi operatori medici che (per sadismo?) sdraiano per terra i pazienti e li li tengono (per sperimentare quanto durano stesi?). Poi con lesto e leggero trasvolo, si passa dai medici da crocifiggere, licenziare, additare al pubblico sdegno, ai medici “eroi”. Eroi perché la colpa, la responsabilità dei pazienti senza barella è di qualcun altro, magari la Asl, magari il 118, magari il Consiglio Comunale, la Regione, il governo, lo Stato, l’Europa, la Merkel, la Bce, la globalizzazione…
In attesa che qualcuno proclami “eroi” i funzionari della Asl che fanno miracoli con le tante carte e i pochi soldi a disposizione (soldi sempre pochi, per definizione, anche quando sono per nulla pochi). O “eroi” portantini, infermieri, autisti e medici del 118, eroi per la loro abnegazione nel soccorrere. Ma sì, eroe anche l’autore dello scatto foto denuncia, eroe dell’informazione. Ed eroici i pazienti sdraiati in terra per la loro…pazienza. Ed eroi i parenti dei pazienti e gli impiegati dell’ospedali, tutti eroici nel reggere alla pressione degli eventi…
Tutti eroi, un sacco di eroi, ogni tipo di eroe con il suo santo e con il suo sindacato. Tra i tanti eroi qualcuno potrebbe, per cortesia, andare a prendere, comprare, affittare un paio di barelle?