ROMA – Regeni, non possumus di Zingaretti: non possiamo fare affari con l’Egitto fino a che non c’è processo per i cinque ufficiali egiziani.
REGENI: ULTIMATUM SEGRETARIO PD
Zingaretti è segretario Pd, Pd è al governo. Quindi prendendo alla lettera e sul serio l’ultimatum di Zingaretti all’Egitto ne consegue che a breve e a tempo indeterminato ogni relazione economica e commerciale tra Italia ed Egitto verrà cancellata.
LA FAMIGLIA REGENI
La famiglia di Giulio Regeni aveva chiesto ancor di più. I genitori di Giulio Regeni si sono pubblicamente detti “traditi” dallo Stato italiano, traditi a più riprese nei quattro e più anni trascorsi dalla morte del figlio. E hanno chiesto processo, in Italia dopo estradizione, dei cinque ufficiali egiziani.
PROCESSO IN ITALIA E NIENTE AFFARI
Sul dove del processo Zingaretti è meno drastico della famiglia, si capisce potrebbe andare bene e dare soddisfazione anche un processo in Egitto. E se poli li assolvono? Non li hanno neanche incriminati. Inevitabile e coerente la richiesta di condanna garantita. Comunque processo ai sospettati e fino ad allora con l’Egitto neanche un caffè, figurarsi la vendita di navi. E’ questo il massimo del politicamente corretto.
REGENI ASSASSINATO
Un politicamente corretto mica campato in aria, anzi saldamente e drammaticamente fondato sulla vita stroncata di Giulio Regeni. Anzi sul suo omicidio. Omicidio politico, omicidio di polizia. Giulio Regeni in Egitto lo hanno ammazzato perché lo sospettavano di essere una spia o semplicemente uno che dava una mano ad oppositori interni o ancora più semplicemente uno che si impicciava e non si faceva i fatti suoi, tanto basta a qualche polizia e divisa egiziana per ammazzarti letteralmente di botte.
FAMIGLIA NON E’ STATO E VICEVERSA
Regeni ammazzato, punto. Il politicamente corretto reclama giustizia. Ma quale giustizia è possibile? Il politicamente corretto lo sa? O almeno se lo chiede quale giustizia sia per Regeni praticabile nel mondo reale?
Azzardiamo qui un’osservazione che è il massimo del politicamente scorretto: nel 1949 scambi commerciali avvenivano tra Italia nata dalla Resistenza e Germania il cui esercito cinque anni prima aveva fatto Marzabotto. Quattro, cinque anni dopo scambi commerciali tra italiani che avevano sparato ai tedeschi e tedeschi che avevano massacrato italiani. Non era cinismo mercantile, era che gli Stati non sono famiglie e viceversa. Uno Stato ha obblighi, obiettivi e doveri che non sono quelli di una famiglia. La giustizia che la famiglia Regeni chiede non può, nel mondo reale, essere quella che lo Stato italiano può esigere ed avere.
CAMBIO DI REGIME IN EGITTO?
Obiezione alla osservazione politicamente scorretta ma storicamente incontestabile: nel 1949 si facevano affari con una Germania non più nazista. Ben, se le cose stanno così, allora si dica a livello governativo e anche via mezzi di comunicazione che si punta ad un cambio di regime in Egitto. Si dica, con coerente onestà, che la precondizione per avere giustizia piena per Giulio è l’abbattimento del regime egiziano. E si dica che l’Italia adotta e adotterà tutte le misure coerenti con l’obiettivo: l’embargo economico, l’azione di destabilizzazione per via di intelligence, non escludendo limitate opzioni di natura militare.
La campagna verità e giustizia per Giulio vuole il cambio di regime in Egitto, anzi lavora a questo obiettivo e questo chiede la governo italiano? Rispondano alla domanda tutti i politicamente corretti, politici e giornalisti che siano, che si indignano e fremono per l’inerzia italiana.
Altrimenti il politicamente corretto del giustizia per Giulio diventa opportunisticamente predicatorio. Rottura delle relazioni diplomatiche e commerciali a tempo indeterminato, questo e non altro significa la richiesta di processo in Italia dei cinque ufficiali egiziani. Il regime di Al Sisi non processerà mai i suoi ufficiali, tanto meno li manderà a processo in Italia. Allora embargo, blocco navale flotta italiana al largo di Suez, boicottaggio dell’economia de Il Cairo? E’ questo il programma politicamente corretto?