E’ un blocco sociale quello che si sta forgiando nella rivolta. Comprende e fonde in unica lega i Centri sociali, i cosiddetti Antagonisti, gli Ultras del calcio a caccia di “guardie”, i No vax, i No Covid, i no Euro, i No Mask, i neo nazisti e fascisti di sempre.
Blocco sociale è cosa seria e tosta. Ma non ha nulla a che vedere con il concetto e la sostanza di un popolo. Popolo tende a chiamare la rivolta, rivolta di popolo sillaba una informazione pavida e quindi corriva. Pavida e corriva sostanzialmente per incapacità di osservazione e analisi.
La rivolta, basta guardarla e analizzarla nelle sue componenti e nella sua dinamica e sarebbe sufficiente saperla leggere con qualche competenza storico-sociale e politica, non è folklore e marginalità. E neanche però vulcano che erutta e neanche, come mal predica Roberto Saviano, popolo che…sbaglia.
La rivolta non è attività marginale e opportunistica della criminalità più o meno organizzata. Non è hobby e neanche nuovo ramo d’azienda della camorra oggi o di altre organizzazioni domani. La rivolta può trovare i suoi soldati tra i soldati di camorra ma è arruolamento spontaneo. raccontarsi che è roba di criminali infiltrati è raccontarsi una versione comoda ed edulcorata del reale.
Ma la rivolta non è neanche popolo che sbaglia, come ama narrare il populismo di sinistra. Da compagni che sbagliano il concetto si è trasferito a popolo che sbaglia. Si assume che le istanze della rivolta siano sane e fondate, sbagliato invece il metodo. Da Saviano a Zingaretti passando per una generazione di politici, intellettuali e giornalisti ci si racconta e ci si scambia questa errore, errore di grammatica elementare nel proprio quaderno di politica, giornalismo, azione e comprensione intellettuale.
Blocco sociale è cosa seria e tosta e chi ha letto qualche libro lo sa bene. Blocco sociale non è popolo e in fondo neanche plebe lazzara e lazzarona. Anche se la rivolta a Napoli e Catania e presto in altri luoghi del Sud ha movenze e tratti antichi, quelli della rivolta anti scienza e anti sapere della plebe da fine settecento e ad intermittenza nei due secoli successivi, non è plebe lazzara e lazzorana.
E’ una miscela, un comporsi, un forgiarsi, un unirsi in lega di ogni forma di rifiuto totale della cittadinanza. Individui e gruppi che respingono e disprezzano e dismettono la condizione di cittadino e assumo quella della tribù di appartenenza o di elezione. E’ il blocco sociale dei nemici della cittadinanza intesa come equilibrio di diritto e doveri, concepita come cessione di sovranità del singolo alla collettività in nome della sicurezza, benessere, libertà.
Senza una cessione di sovranità dell’individuo alla collettività non c’è società convivente, ci sono clan e tribù in competizione e lotta reciproca. Questo è il nucleo e il fuoco che sta forgiando il blocco sociale della rivolta: il rifiuto di cittadinanza.
Altrimenti sarebbe inspiegabile perché si ritrovano insieme, naturalmente insieme, gli antagonisti del capitalismo e neo nazisti antagonisti delle democrazie liberali. E’ una fusione a caldo ma per nulla sorprendente. Così come storicamente non sorprende che la negazione di cittadinanza assuma le forme dell’anti Stato, anti scienza, anti ogni cosa conduca alla condizione di cittadino e restringa o contraddica la condizione di individuo unico sovrano, anche del sapere.
Quindi No Mask, No Vax, No Euro, No Covid e complottisti vari ci stanno a misura e a pieno titolo nel blocco sociale delle rivolta. Sonio i normali cittadini che smettono di essere cittadini. Ma restano gente normale, perfino brava gente. Quella che nella storia ha sempre alimentato la fabbrica degli errori ed errori.
La cittadinanza, l’esser cittadini imbriglia in condizioni date il blocco sociale della rivolta, rivolta da rifiuto di cittadinanza. Ora quelle condizioni date son poco presidiate da chi non capisce cosa sia e di cosa sia fatto il blocco sociale della rivolta. I rivoltosi? Praticano appunto il rifiuto totale della cittadinanza, non intendono avere vincoli di prossimità con coloro che restano cittadini. Sono in rivolta per far accadere al prossimo tutto quello che al prossimo possa accadere pur di non limitare la loro sovranità su se stessi. Quindi meritano tutto ciò che loro possa accadere.