Sondaggi economia-Renzi: diminuiscono i gufi, le lacrime no

Sondaggi economia-Renzi: diminuiscono i gufi, le lacrime no (foto di repertorio Lapresse)

ROMA -Un sondaggio domenica 27 settembre sul Corriere della Sera, titolo: “Il calo dei pessimisti sull’economia, la quota scende dal 50 al 37 per cento”. Diminuiscono i gufi quindi per dirla con linguaggio renziano. Ma non calano certo le lacrime: sempre nello stesso sondaggio l’81 per cento degli italiani giudica negativa la situazione economica del paese. Un massiccio 81 per cento a fronte del misero 13 per cento che vede positiva la stessa economia. Diminuiscono i gufi, resta il mare di lacrime.

Il giorno dopo i dati Istat: la fiducia dei consumatori tornata ai livelli più alti da 13 anni, la fiducia delle imprese risalita al punto più alto dal 2007. Istat conferma sondaggio nel rilevamento gufi in calo.

Ma al pomeriggio dello stesso lunedì una nota della Commissione europea (abbassate le tasse sul lavoro e non quelle sulla casa) offre nuovo spazio e sponda al partito del lamento. Partito vasto e trasversale, fatto di popolo, gente, partiti e Caste. Il partito del lamento impugna e sbandiera la nota Ue. Salvo dimenticarsi, omettere (lo si fa di regola) la parte due delle note Ue: tagliate la spesa pubblica. Già, l’Ue ci esorta a tagliare le tasse tagliando la spesa. Ma il partito del lamento, e anche quello dell’ottimismo, in Italia la seconda frase proprio non la sentono.

Torniamo al sondaggio (Nando Pagnoncelli). Secondo il 37 per cento dei consultati il peggio della crisi deve ancora arrivare (un anno fa era il 50 per cento). Quindi in un anno, l’ultimo, il 13 per cento si è convinto che almeno il peggio è stato toccato e che più nera della mezzanotte… (vedi dati Istat). Il 32 per cento pensa invece che siamo all’apice, nel punto più alto della crisi da cui poi dopo si comincia a scendere, quindi migliorare.

Il 23 per cento pensa infine che stiamo già migliorando (erano un anno fa l’11 per cento).

Ovviamente i più pessimisti sono i grillini (44 per cento) e i leghisti (47 per cento).

Tra i più ottimisti i laureati, i ceti dirigenti e impiegatizi, gli studenti. Tra chi la vede più nera i piccoli imprenditori, gli artigiani, i commercianti.

Insomma volano meno gufi rispetti a un anno fa. Ma sempre sopra un mare di lacrime.

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Mino Fuccillo